Seconda ondata fiacca la ripresa 2021, riviste stime

Dipendenti indossano mascherine e guanti protettivi a prevenzione della diffusione del Covid-19, durante il turno di lavoro, presso lo stabilimento industriale di packaging farmaceutico Eurpack di Aprilia,
Dipendenti indossano mascherine e guanti protettivi a prevenzione della diffusione del Covid-19, durante il turno di lavoro, presso lo stabilimento industriale di packaging farmaceutico Eurpack di Aprilia, Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Ormai tutti i previsori nazionali ed internazionali sono concordi nell’affermare che la seconda ondata di Coronavrus e i continui lockdown in Europa e nel resto del mondo, anche se in misura minore, avranno un impatto di trascinamento anche sul 2021 e sul 2022.

Unica ancora di salvezza il recovery fund che tuttavia non riuscirà a rianimare di molto la crescita nel prossimo anno. Da ultimi Confindustria, attraverso l’analisi del suo centro studi e Prometeia hanno di fatto certificato queste previsioni.

“La pandemia chiude male il 2020 e zavorra il 2021”, avvertono gli economisti di Viale dell’Astronomia rilevando che i servizi sono “di nuovo in rosso” e “regge a fatica l’industria”.

Intanto, mettono in evidenza che l’andamento della crisi economica indotta dal Covid segna un “profilo a V meno profondo” di quello che in un primo momento si pensava e si sperava. Il forte rimbalzo nel terzo trimestre (+15,9%) ha sostenuto il Pil italiano di quest’anno certamente, anche oltre le attese, ma la seconda ondata di epidemia da fine estate e le restrizioni per arginarla fanno stimare un nuovo calo nel quarto.

Ciò causerà un trascinamento statistico peggiore al 2021, che parte più basso”.  Il risultato “è una minore caduta nel 2020, ma meno rimbalzo l’anno prossimo”.

“Cadono più i servizi dell’industria”, rileva in particolare il centro studi di Confindustria: “nei servizi si è registrata una nuova flessione a novembre (pmi a 39,4), sebbene meno marcata di quella di marzo-aprile; ciò a causa dell’impatto sulla domanda delle restrizioni alla mobilità e anche per le chiusure parziali di alcuni settori, molti legati al turismo”.

Nell’industria, “invece, il pmi (51,5) indica una frenata, ma ancora in territorio positivo; la produzione, però, sembra aver già invertito la rotta (-2,3% a novembre e -6,3% dal livello pre-Covid)”.Secondo Prometeia invece per il 2020 si stima un calo del Pil del 9,1% e un taglio delle attese per il 2021 con un rimbalzo del 4,8% e non più del 6,2 indicato nell’ultima proiezione di settembre.

L’economia italiana, afferma l’istituto, ha mostrato una “buona resilienza, anche più delle previsioni, nel terzo trimestre 2020”, e ad influiré positivamente sono state in particolare la politica fiscale, che ha sostenuto i redditi, e quella monetaria comune che ha rafforzato il credito.

Ma, appunto, la seconda ondata porterà con sé un “lascito non trascurabile nel 2021. Per questo, e per le difficoltà di implementazione dei fondi del Next Generation Eu”, Prometeia ha ridotto la stima per il 2021.