Doping: Tas dimezza pena Russia, ma niente Giochi

Gli atleti russi sfilano dietro la bandiera olimpica alla cerimonia inaugurale di PyeongChang 2018.
Gli atleti russi sfilano dietro la bandiera olimpica alla cerimonia inaugurale di PyeongChang 2018. (Ansalatina)

ROMA. – Russia bandita per i prossimi due anni da tutte le competizioni mondiali, inclusi i Giochi di Tokyo e le olimpiadi invernali di Pechino 2022 (e con il “nodo” dei mondiali di calcio di Qatar 2022 che cominceranno il 18 dicembre, due giorni dopo la fine della squalifica): lo ha deciso il Tas che ha esaminato il ricorso russo dopo la squalifica per quattro anni della agenzia mondiale antidoping (Wada), per mancanza di conformità alle proprie norme, il cosiddetto “doping di Stato”.

Pena ‘dimezzata” ma impianto accusatorio confermato come ha sottolineato, in una nota, il n.1 della Wada Witold Banka: “La Wada è felice di aver vinto questa storica causa – le sue parole –  Il Tas ha confermato chiaramente le nostre conclusioni secondo cui le autorità russe hanno manipolato sfacciatamente e illegalmente i dati del laboratorio di Mosca per coprire un programma di doping istituzionalizzato”.

Dopo quattro giorni di udienze a porte chiuse all’inizio di novembre, i tre arbitri nominati dal TAS “hanno chiaramente confermato” le conclusioni dell’autorità di Montreal, secondo le quali “le autorità russe hanno manipolato sfacciatamente e illegalmente i dati del laboratorio di Mosca, con l’obiettivo di occultare un programma antidoping istituzionalizzato “, ha sottolineato Banka.

Tuttavia sono stati molto più indulgenti sulle conseguenze per “promuovere un cambiamento culturale e incoraggiare la prossima generazione di atleti russi a partecipare a uno sport internazionale pulito”, spiegano i tre arbitri nella loro decisione.

Banka si è peró detto “deluso” dal fatto che il tribunale non abbia accettato le raccomandazioni della Wada di escludere la Russia per quattro anni. “Riteniamo che fossero proporzionati e ragionevoli – le parole del n.1 della Wada – ma dobbiamo rispettare la decisione del collegio”. Il n.1 della Wada ha sottolineato che “queste sono le sanzioni più severe mai imposte a un paese per reati legati al doping, e la sentenza appoggia chiaramente l’approccio risoluto adottato dalla Wada per affrontare efficacemente la questione”.

Niente bandiera russa, né inno per i prossimi due anni: Il Tas ha lasciato aperta la possibilità agli atleti russi mai sanzionati per doping l’opportunità di partecipare alle competizioni sotto la bandiera neutra, come accaduto alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018, quando 168 atleti russi gareggiarono sotto l’acronimo OAR (Russian Olympic Athletes).

Alla Russia viene già vietato di competere come nazione alle  manifestazioni di atletica leggera dal dicembre del 2015, come accaduto infatti alle Olimpiadi di Rio 2016. La Federazione Internazionale di Atletica ridiscuterà questa sanzione il prossimo marzo.

La Russia, inoltre, non potrà candidarsi ad ospitare grandi eventi internazionali per tutta la durata della squalifica. E grandi eventi che si dovevano tenere in Russia dovranno cambiare sede, “a meno che non sia impossibile farlo”.

Le sanzioni colpiranno in primo luogo i simboli dello Stato russo, molto più degli atleti stessi. Pertanto, i funzionari russi – incluso il presidente – non potranno partecipare alle principali competizioni.

Il Comitato Olimpico Russo si è detto “soddisfatto” del fatto che gli sportivi russi non siano stati banditi “collettivamente” dai Giochi Olimpici, ma  ha giudicato “inaccettabile” la decisione del TAS di vietare per due anni al presidente Vladimir Putin di partecipare alle principali competizioni internazionali.

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