Norme Ue su Big Tech, verso multe fino al 10%

Raccolta di volti con la scritta Facebook
Raccolta di volti con la scritta Facebook

BRUXELLES.  – Dopo mesi di avvertimenti nemmeno troppo velati, arriva la linea dura di Bruxelles contro le Big Tech. E prevede multe fino al 10% del fatturato per i mgiganti del digitale colpevoli di gravi violazioni della concorrenza.

Il nuovo pacchetto normativo che la Commissione europea svelerà domani segna un cambio di rotta sul mercato digitale per come lo intendono i due responsabili Ue del dossier, la danese Margrethe Vestager e il francese Thierry Breton. “Gli interessi economici e politici di poche aziende non dovrebbero dettare il nostro futuro. L’Europa deve stabilire i propri termini e le proprie condizioni”, avevano scritto i due nei giorni scorsi sull’Irish Time.

I termini e le condizioni prevedono per le Big Tech responsabilità, obblighi e sanzioni nel caso in cui continuino a comportarsi male mettendo a rischio l’integrità del mmercato unico.

Nel Digital Services Act (Dsa), primo pilastro dell’impianto normativo, l’esecutivo comunitario richiederà alle società tecnologiche “molto grandi” come i GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft) di assumersi una maggiore responsabilità per la moderazione dei contenuti che circolano sulle loro piattaforme.

Questo significa, secondo una bozza riservata del regolamento vista dall’ANSA, che dovranno “adattare e migliorare” i loro algoritmi per monitorare e rimuovere i contenuti illegali, nonché condividere i dati sulla loro attività di moderazione con le autorità nazionali.

Se non lo faranno, dovranno pagare ammende fino al 6% del loro giro d’affari globale. Ancora più pesanti le sanzioni nel caso di pratiche sleali di mercato: nel Digital Markets Act (Dma), l’altra parte del pacchetto, Bruxelles prevede infatti multe fino al 10% del fatturato per chi “uccide” la concorrenza e la possibilità estrema della separazione strutturale dei servizi meuropei delle aziende.

Il cambio di paradigma, che mira alle piattaforme con sede negli Stati Uniti, arriva a pochi giorni dall’annuncio oltreoceano di due cause antitrust contro Facebook per l’acquisizione di Instagram e di WhatsApp.

Per la prima volta, Bruxelles mette nero su bianco una definizione di “piattaforme molto grandi”, ovvero quelle con più di “45 milioni di utenti, un numero equivalente al 10% della popolazione dell’Unione”.

Le regole intendono limitare il potere di queste società perché, si legge nel documento, “i rischi sistemici” che pongono “hanno un’influenza sproporzionatamente negativa” sull’Europa. Dai contenuti che ogni giorno vengono pubblicati ai ricavi generati con l’e-commerce.

Le grandi aziende tech sono anche chiamate a controllare i venditori che fanno affari sulle loro piattaforme, come nel caso di Amazon, e a garantire la trasparenza nelle pratiche pubblicitarie, facendo sapere agli utenti “in modo chiaro e inequivocabile e in tempo reale” che stanno visualizzando un annuncio.

Nessuno spazio per gli inganni: i consumatori europei dovranno anche sapere chi si cela dietro la pubblicità e, scrive l’Ue, ricevere “informazioni significative sui principali parametri utilizzati” per “targettizzare” gli utenti.