Serie A: Inter, Juve e Napoli caccia al Milan che rallenta

Un intervento del portiere del Parma Luigi Sepe nella partita al Meazza contro il Milan.
Un intervento del portiere del Parma Luigi Sepe nella partita al Meazza contro il Milan. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Il Milan sa che non si può rilassare perché alle sue spalle le avversarie scudetto non perdono colpi. Così Pioli tira un grosso sospiro di sollievo per il pareggio contro il Parma raggiunto al 91′ con un bel sinistro di Theo Hernandez proprio quando la prima sconfitta in campionato sembrava materializzarsi. Recrimina Liverani, al quale due punti in più avrebbero fatto un gran comodo.

Intanto Inter e Napoli carburano a fatica e hanno bisogno di andare in svantaggio per svegliarsi. La Juventus a sua volta deve subire un pareggio per trovare la spinta a portare a casa i tre punti. Tutto il contrario per la Roma, che parte a razzo e chiude ampiamente la pratica già nel primo tempo.

La furia di Conte si trasmette ai nerazzurri che giocano a tavoletta e a Cagliari vincono anche grazie all’ex Barella, in vena di prodezze. Il Napoli, alla prima allo stadio Maradona, spreca un tempo, poi Gattuso inserisce Lozano e Petagna che affossano la Samp.

Non c’è discussione a Bologna. La Roma è in vena di calcio champagne e strapazza gli emiliani con un 5-1 già fissato nel primo tempo con occasioni a grappoli che impauriscono un Bologna senza attenuanti. La Juventus si aggrappa ancora una volta a CR7, infallibile dal dischetto, che con una doppietta sogna il 3-1 finale a Marassi sul Genoa, dopo che la rete in apertura di Dybala era stata annullata da Sturaro a inizio ripresa.

Ora la classifica si fa interessante perché solo la Lazio perde quota mentre Sassuolo e Verona partecipano alla volata per la Champions. In zona retrocessione diventa drammatica la situazione di Torino, Genoa e Fiorentina, come le posizioni degli allenatori Giampaolo e Prandelli.

Su tutti i campi commozione per il ricordo di Paolo Rossi e suscita brividi riascoltare la voce di Martellini che ripete tre volte l’urlo 1982 ‘campioni del mondo’.

Seconda vittoria consecutiva in campionato per la Juventus. Dura un tempo il fortino rossoblù costruito da Maran per provare a fermare l’imbattuta squadra di Pirlo. Nella ripresa i bianconeri, già padroni del campo, sfruttano due errori difensivi del Genoa per guadagnare due rigori trasformati in punti sonanti da Ronaldo, capocannoniere con Hibraimovic..

La scossa c’è stata e l’Inter ritorna a ringhiare secondo il volere di Conte. Anche a Cagliari riesce a farsi del male, ma non abbastanza da rovinarsi la vita. Dopo il flop Champions domina la gara, non concretizza e si ritrova sotto per uno spunto di Sottil fino a trequarti della gara. Poi ci vuole un gol d’autore del rimpianto ex Barella per riportare in quota l’Inter. Conte cambia molto, fuori Eriksen, entra D’Ambrosio che in 60” risolve la gara, poi allo scadere Cragno va in attacco e Lukaku entra in porta col pallone per un equo 3-1.

Anche il Napoli ha bisogno di prendere uno schiaffone per svegliarsi. Primo tempo abulico, con partenopei forse stanchi per la sfida con la Real Sociedad, che vanno sotto con la Samp per una bella conclusione di Jankto dopo un buco di Di Lorenzo. Poi Gattuso fa entrare Lozano e Petagna che ribaltano la gara e consentono al Napoli di restare terzo. La qualità della rosa alla lunga fa la differenza e la Samp torna a casa senza lasciarsi la faccia.

Una Roma spumeggiante maramaldeggia con un Bologna rimaneggiato che rischia un’imbarcata storica. Domina con Villar e Veretout a centrocampo, fa partire le frecce Karsdorp e soprattutto Spinazzola, Mikhtaryan e Pellegrini creano varchi per le incursioni di uno Dzeko determinante ma che si mangia vari gol. Tre gol in 15′, cinque in 44′ (l’ultima volta li aveva fatti 90 anni fa) con tre occasioni divorate fotografano il divario in campo. Dopo il flop col Napoli e la sfortuna col Sassuolo, Fonseca prosegue il suo percorso di alta classifica. Per il Bologna, troppo molle, ci vuole altro per portarsi stabilmente a centroclassifica.

Gasperini non cambia idea: fuori Gomez e Ilicic, ma l’Atalanta ci mette solo più tempo e per mettere al tappeto una Fiorentina sempre più nei guai. La sblocca Gosens al 44′, ma tutto nasce da una palla persa da un Vlahovic con poco nerbo. Poi gli schemi nerazzurri fluiscono in scioltezza e la gara va in archivio con una magica punizione di Malinovski e un colpo di testa di Toloi. Prandelli non riesce a incidere e ora la situazione si fa drammatica.