Piazza Fontana 51 anni fa. Mattarella: “Suscitò unità”

La lezione collettiva in occasione del 51 anni dalla strage di Piazza Fontana, Milano
La lezione collettiva in occasione del 51 anni dalla strage di Piazza Fontana, Milano, 12 dicembre 2020 Ansa/Matteo Corner

MILANO. – La Milano ancora ferita dal Covid non rinuncia alla memoria e anche quest’anno, come ogni 12 dicembre, si è riunita, con tutte le precauzioni del caso dovute alla pandemia, per commemorare nel cinquantunesimo anniversario le vittime della strage di piazza Fontana, in cui morirono 17 persone in seguito allo scoppio di una bomba nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura.

“La strage di piazza Fontana ha interpellato in maniera esigente l’identità della Repubblica, suscitando un’unità di popolo determinante per sconfiggere violenza, terrorismo, eversione – ha ricordato in un messaggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lo scorso anno era presente a Milano in occasione del cinquantesimo anniversario della strage -. Una riserva di valori etici che fu centrale e seppe porsi a fianco dei familiari delle vittime. Il terrorismo tentò di inserirsi nelle fratture della società per disgregarne le basi: gli italiani non lo consentirono”.

Nel suo messaggio, il presidente Mattarella ha poi sottolineato che “lavorare per la coesione e la sicurezza, per il rispetto dei diritti dei cittadini, per il superamento dei divari, sono i doveri che avvertono, anche oggi, quanti, nelle istituzioni e nella società civile operano per la libertà e l’unione delle coscienze del nostro Paese”.

La pandemia quest’anno ha imposto delle restrizioni alle celebrazioni, niente cortei e comizi ma le persone non hanno rinunciato ad essere in piazza, compresi tanti giovani che hanno seguito la lezione di memoria, promossa dai collettivi studenteschi e dalle associazioni antifasciste, che ha preceduto la cerimonia ufficiale.

Un incontro a cui hanno portato la loro testimonianza Benedetta Tobagi, scrittrice e figlia di Walter, ucciso dal terrorismo di sinistra, che ha raccontato le tappe processuali della strage di piazza Fontana, Fortunato Zinni, che quel 12 dicembre del 1969 era impiegato nella banca dove scoppiò la bomba ed è sopravvissuto, e Claudia e Silvia Pinelli, figlie di Giuseppe, il ferroviere anarchico che venne ingiustamente accusato della strage in un primo tempo e che morì cadendo da una finestra della questura di Milano.

Le istituzioni e i familiari delle vittime si sono radunati subito dopo davanti alla sede della banca dove scoppiò la bomba per un breve momento di ricordo: dopo la deposizione delle corone e un minuto di silenzio, alle 16:37, orario in cui scoppiò l’ordigno, sono risuonati in piazza i nomi delle 17 vittime letti da Carlo Arnoldi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di piazza Fontana.

A questi 17 nomi Arnoldi ha aggiunto quello del ferroviere Pinelli, “che non è morto in questa banca ma è caduto a Milano” e ha poi ricordato che la bomba “è stata collocata dal gruppo terroristico di estrema destra Ordine Nuovo”.

In questo anno difficile per l’Italia e per Milano, a causa della pandemia che ha portato sofferenza e morte, per il sindaco, Giuseppe Sala, è “ancora più emozionante e importante” ricordare. “Noi siamo una comunità anche giustamente impaurita – ha detto – ma dobbiamo ricordarci cosa a Milano è stato fatto, la forza e il valore morale di chi ci ha preceduti”.

Per il governatore lombardo, Attilio Fontana la strage “è una ferita ancora aperta. Dopo oltre 50 anni non dimentichiamo le vittime e riaffermiamo i nostri principi costituzionali di libertà e democrazia. Il terrorismo non vincerà mai sulla vita”.

(di Michela Nana/ANSA)