L’Iran ha impiccato Zam, il giornalista dissidente

Ruhollah Zam, Amnesty International ne chiedeva la liberazione.
Ruhollah Zam, Amnesty International ne chiedeva la liberazione. (ANSA)

TEHERAN. – Il boia torna in azione in Iran. Un altro dissidente di spicco, Ruhollah Zam, è stato giustiziato questa mattina, pochi giorni dopo l’annuncio della conferma della sua condanna a morte da parte della Corte suprema per reati di “corruzione sulla terra”, con cui la Repubblica islamica punisce chi cerca di rovesciare il sistema.

Il “controrivoluzionario” è stato impiccato “per la gravità dei suoi crimini”, ha annunciato la tv di stato di Teheran. Un’esecuzione che secondo Amnesty International rappresenta “un’escalation scioccante nell’uso della pena di morte come arma di repressione”.

Giornalista e rifugiato politico in Francia, Zam era diventato una delle figure più note tra gli attivisti all’estero come responsabile del sito d’informazione Amadnews, che sulla piattaforma Telegram era giunto ad avere 1,4 milioni di lettori. Le autorità iraniane lo hanno accusato di aver istigato le proteste dell’inverno 2017-2018 in decine di città contro il carovita, che furono duramente represse, con un bilancio di almeno 25 morti.

Sul web, Zam aveva diffuso diversi video delle manifestazioni e informazioni su episodi di corruzione tra esponenti delle istituzioni. Il suo arresto era avvenuto nel 2019 in una mai chiarita operazione d’intelligence in Iraq. Secondo Teheran, avrebbe agito come spia per i servizi segreti francesi, con il sostegno di quelli americani e israeliani e di “un Paese della regione”.

Con questa nuova esecuzione, la magistratura e gli apparati di sicurezza delle Guardie della rivoluzione, controllati dai fondamentalisti, stringono ulteriormente la morsa intorno agli oppositori, complicando anche gli sforzi del governo moderato di Hassan Rohani per un possibile rientro degli Stati Uniti nell’accordo sul nucleare, con l’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden.

Ma il tempo stringe. Il mandato dell’esecutivo scade tra sei mesi e gli ultraconservatori puntano dritti alla presidenza, cavalcando le rinnovate tensioni con Israele dopo l’uccisione dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh.

Secondo Amnesty, lo scorso anno in Iran sono state eseguite almeno 251 condanne a morte, meno solo che in Cina. E la notizia dell’impiccagione di Zam giunge mentre resta in bilico la sorte di Ahmad Reza Djalali, il medico iraniano-svedese con un passato da ricercatore anche a Novara, anch’egli condannato a morte per spionaggio. Nei giorni scorsi, l’imminente esecuzione era stata rinviata, lasciando per lui uno spiraglio di speranza.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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