In Germania record contagi e morti: “Serve il lockdown”

Una donna con la mascherina cammina per strada difronte ad una insegna che invita al distanziamento anti-Covid.
Una donna con la mascherina cammina per strada di fronte ad una insegna che invita al distanziamento anti-Covid a Berlino. (ANSA)

BERLINO. – Quasi trentamila nuovi contagi e 600 morti in 24 ore. I record segnati in Germania hanno rafforzato l’allarme della politica sul fallimento del cosiddetto ‘lockdown light’. E misure più dure, da prendere subito, sono state invocate da più parti: dalle pagine dello Spiegel, il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha chiesto un lockdown immediato. È intervenuto perfino il capo dello Stato, Frank-Walter Steinmeier, che ha definito la situazione “serissima”.

Nella repubblica federale che ha attraversato in modo esemplare la prima ondata della pandemia, il sistema sanitario è in affanno, con le terapie intensive che continuano a riempirsi, e c’è chi ha chiesto di procedere subito alla serrata dei negozi e alla chiusura delle scuole, che in Germania sono – per una scelta politica condivisa – rimaste sempre aperte.

Da quando è opportuno chiudere? “Da domani”, ha affermato Georg Christian Zinn, dell’Istituto di igiene e prevenzione, intervistato da NTV. Le misure vanno inasprite “meglio prima che dopo”, ha confermato il ministro della Salute Jens Spahn.

Intanto è in agenda domenica l’incontro straordinario fra la cancelliera e i ministri presidenti dei Laender, molti dei quali oggi hanno già fatto sentire la loro voce. C’è chi ha ritirato gli “ammorbidimenti” previsti per Natale. E chi ha spinto decisamente il piede sull’acceleratore: il governatore del Baden-Wuerttemberg, Winfried Kretschmann, ha annunciato il lockdown fino al 10 gennaio; il collega del Nordreno-Vestfalia Armin Laschet ha sollevato gli scolari dall’obbligo di presenza in classe a partire da lunedì, quando i ragazzi di ottava dovranno passare inderogabilmente alle lezioni digitali.

“Serve un lockdown il prima possibile”, ha affermato in conferenza stampa. Neppure in Sassonia si aspetta il vertice: la situazione locale è troppo grave negli ospedali dove si rischierebbe il “triage”, secondo quanto ha scritto la Bild, e la chiusura di scuole asili e negozi è imposta subito dopo il weekend.

A Berlino il sindaco Michael Mueller ha annunciato ieri di voler concordare con l’amministrazione del Brandeburgo i provvedimenti da prendere, ma la linea è stata chiarita in un drammatico intervento al parlamentino locale: “Quanti morti vale un giro di shopping? E quanti una visita al ristorante, una cena a lume di candela, un andata al cinema? Vorrei sentirlo una buona volta concretamente da chi sta sempre a criticare”, ha incalzato, concludendo che “il virus si sta avvicinando a tutti, è sempre meno anonimo e lontano”.

Secondo alcune indiscrezioni, il lockdown nella capitale potrebbe partire dal 20, ma gli sviluppi delle ultime ore non fanno escludere che domenica vi sia uno scatto più veloce, per tutti. Anche se non sarà affatto facile trovare la quadra. A meno di due settimana da Natale, è comunque sempre più diffuso il timore che le file nei negozi, gli assembramenti nelle strade, i capannelli per il vin brulè possano riavviare la crescita esponenziale del contagio.

“Mi dispiace di cuore… – ma se il prezzo sono 590 morti al giorno non è accettabile”, ha detto Angela Merkel in un discorso dall’inedita intensità emotiva pronunciato due giorni fa al Bundestag, dove è arrivata a mettere in guardia da una condotta che potrebbe portare “all’ultimo Natale coi nonni”.

Anche il presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, è stato categorico: “la situazione nell’ultima settimana è peggiorata. Non viaggiate se non indispensabile, festeggiate in modo virtuale”, l’appello senza giri di parole. La pressione è forte anche sugli amministratori locali: si litigherà ancora, domenica, ma nessuno sembra sottovalutare il Covid in queste ore.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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