Merkel con la voce rotta: “Non mi rassegno a 590 morti”

Covid, l'accorato appello di Merkel a rispettare le misure.
Covid, l'accorato appello di Merkel a rispettare le misure. (Frame video ANSA)

BERLINO. – Le mani giunte quasi ad implorare, la voce che a tratti le si spezza. Il discorso “più emotivo di sempre”, come l’ha definito Bild, Angela Merkel l’ha pronunciato stamattina davanti al Bundestag per dire che se il “prezzo” del clima natalizio sono 590 morti di Covid al giorno, “questo è inaccettabile”. “Se la scienza ci supplica di fermare le scuole e ridurre i contatti una settimana prima”, ha incalzato, “va trovata una strada”.

Che questo non sia l’ultimo Natale con i nonni, il messaggio pronunciato con toni inediti in 15 anni di governo. E il parere dei commentatori in Germania è stato univoco: mai sentita così la cancelliera. “Il numero dei contatti è troppo alto. La riduzione non è sufficiente. Siamo in una fase decisiva, forse la più decisiva della lotta alla pandemia”, ha spiegato la Bundeskanzlerin, che da settimane si scontra coi Laender nel tentativo di imporre una stretta ulteriore per alleggerire il carico sul sistema sanitario.

Oggi ha chiarito di condividere le indicazioni dell’istituto scientifico Leopoldina, il quale suggerisce di chiudere le scuole (rimaste in Germania sempre aperte) una settimana prima del previsto, e di procedere a un lockdown più duro dal 24 dicembre al 10 gennaio, con la serrata dei negozi.

Superata in modo magistrale la prima ondata del Covid, la Germania fa decisamente più fatica ora che è alle prese con la seconda, soprattutto di fronte alla prospettiva di un lungo e freddo inverno, che sta già favorendo il propagarsi del virus. Il plateau è fermo sopra i 20 mila casi al giorno: anche oggi ne sono stati segnalati 20.815 nuovi in 24 ore. Le vittime complessive sono 19.932 e ieri si è superata la soglia degli 1,2 milioni di contagi dall’inizio della pandemia.

Le terapie intensive continuano a riempirsi (4.200 i posti letto occupati secondo i dati attuali) e le misure scattate il 2 novembre – quando sono stati fermati ristoranti, locali, turismo, istituzioni culturali e centri sportivi – non sono bastate per ora a far invertire la rotta. L’obiettivo che si prefigge il governo è ancora lontano: il ritorno alla soglia dei 50 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti in sette giorni. Al momento sono 149 a livello federale.

E dunque sale la pressione nello scontro con i Laender, più restii di fronte all’opzione di ulteriori restrizioni. Si invoca anche un vertice Stato-Regioni straordinario: ma non potrà tenersi prima del fine settimana, dal momento che domani la cancelliera è impegnata col difficile consiglio europeo sul Recovery Fund.

Nel suo appello, la cancelliera scienziata è tornata a invocare l’illuminismo, ma stavolta ha anche portato la mano al petto: “Mi dispiace, mi dispiace di cuore, perché so quanto amore c’è dietro ogni iniziativa”, ha detto, “ma gli stand per il vin brulè non sono compatibili con quel che abbiamo concordato sulla possibilità di portare il cibo a casa. E se il prezzo sono 590 morti al giorno, questo è inaccettabile”.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)