Trump vara il decreto vaccini: “Prima gli americani”

Il Presidente Donald J. Trump.
L' ex presidente Donald J. Trump EPA/Oliver Contreras

WASHINGTON. – “America First” anche nei vaccini anti Covid: infuriato per essere stato superato dalla Gran Bretagna, primo Paese occidentale ad avviare oggi le vaccinazioni di massa, Donald Trump tiene fede al suo slogan elettorale anche nella lotta alla pandemia, firmando alla Casa Bianca un ordine esecutivo che dà priorità agli americani per i vaccini procurati dal governo Usa. E che, secondo alcune anticipazioni, dovrebbe impedire di donarli ad altre nazioni finché non ce ne saranno abbastanza per soddisfare le necessità domestiche.

Non è ancora chiaro se il provvedimento potrà vietare ad una azienda americana di rispettare i contratti con altri Paesi. Ma la Pfizer, che oggi ha ricevuto un primo disco verde dalla Food and Drug administration (Fda) per un vaccino rivelatosi “molto efficace e sicuro”, ha già messo le mani avanti annunciando che intende onorare gli impegni già presi, ad esempio con il governo canadese.

“Siamo una compagnia globale che dà priorità ai pazienti in tutto il mondo”, ha spiegato un portavoce canadese della casa farmaceutica. Trump tuttavia pensa solo agli Stati Uniti, come quando lo scorso marzo offrì una cifra enorme per l’esclusiva mondiale delle promettenti ricerche sul vaccino di un’azienda tedesca, che declinò sdegnata.

Il tentativo del presidente di prendersi i meriti per il rapido sviluppo dei vaccini, ormai in dirittura d’arrivo anche negli Usa con l'”Operation Warp Speed’, contrasta con la sua indifferenza alle misure contro una pandemia che negli Usa continua a viaggiare a ritmi record costringendo gran parte della California al lockdown.

Ed è offuscato dalle rivelazioni che in estate il suo governo si limitò a prenotare 100 milioni di dosi del vaccino Pfizer rifiutandosi di comprarne il doppio. Una decisione che ora rischia di ritardare la consegna del secondo lotto a metà 2021, dopo le forniture agli altri paesi stranieri.

L’amministrazione però respinge critiche e timori. Dr. Moncef Slaoui, leader dell’ ‘Operation Warp Speed’, ha spiegato che in estate si stavano valutando diversi vaccini e che “nessuno ne avrebbe acquistati ragionevolmente di più da un’azienda perché non si sapeva quale avrebbe funzionato e sarebbe stato meglio di un altro”.

Brette Giroir, vicesegretario alla sanità, ha confermato che entro fine anno saranno vaccinati 20 milioni di americani, altri 20-25 in gennaio ed altrettanti in febbraio con i vaccini Pfizer e Moderna, dopo l’autorizzazione della Fda, attesa entro dicembre. L’amministrazione insiste che, con questi due vaccini e altri in arrivo, gli Usa saranno in grado di accontentare entro il secondo trimestre del prossimo anno tutti gli americani che vogliono essere vaccinati, anche se restano dubbi sul piano di distribuzione.

Al ‘summit’, come è stata pomposamente chiamata la cerimonia alla Casa Bianca, erano presenti il vicepresidente Mike Pence e una folla di esperti governativi, leader statali e dirigenti d’impresa ma nessun esponente del team di Joe Biden, che dal 20 gennaio dovrà gestire il più grande programma di vaccinazioni nella storia americana. Una sfida che il presidente eletto conta di affrontare con la squadra sanitaria presentata oggi.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)