Trump teme rappresaglie e vuole la grazia per i figli

Trump Jr
Trump col figlio Donald junior

WASHINGTON. – La vittoria a Joe Biden, quando mancano 49 giorni all’Inauguration Day, non l’ha ancora concessa. Ma Donald Trump – conferma chi gli sta vicino – è ormai pienamente consapevole dell’amara sconfitta. E in questi giorni, mentre agita ancora lo spettro dei brogli, starebbe pensando esclusivamente al futuro. Così, durante un party natalizio alla Casa Bianca, per la prima volta ha dato esplicito appuntamento al 2024: “Sono stati quattro anni meravigliosi e stiamo tentando di farne altri quattro. Altrimenti ci vediamo tra quattro anni”.

Intanto i suoi starebbero già lavorando a un piano per rilanciare gli affari della Trump Organization, con accordi multimilionari in Cina, Turchia, Brasile e Colombia che possano rimpinguare le casse di famiglia sempre più sofferenti, anche in vista della possibile ricandidatura nel 2024.

Ma la principale preoccupazione di Trump sono i figli. Il timore è che, una volta tornato alla vita normale, la futura amministrazione possa accanirsi non solo contro di lui ma anche nei confronti di Donald Junior, Eric e della prediletta Ivanka. E ancora contro il genero Jared Kushner e contro i suoi amici più fedeli, vedi Rudy Giuliani.

Per questo nelle ultime settimane sempre più forte si sarebbe fatto il pressing del presidente uscente perché si valuti la concessione di una grazia preventiva a tutti i suoi cari. Uno scudo protettivo che possa evitare loro guai giudiziari nei prossimi mesi. Perché se Biden nei giorni scorsi ha assicurato che non userà la giustizia per scopi politici e vendette personali, Trump non si fida. E sa bene che molte delle sue azioni potrebbero trasformarsi in un boomerang.

Del resto Don Junior fu già messo sotto torchio nell’ambito delle indagini sul Russiagate per i contatti con agenti russi che volevano offrire presunto materiale compromettente contro Hillary Clinton. E anche Kushner è finito a suo tempo nel mirino di giudici ed Fbi per aver dichiarato il falso alle autorità federali sui suoi contatti con agenti stranieri. Ivanka, poi, ultimamente è stata tirata direttamente in ballo sul fronte delle presunte frodi fiscali legate alla Trump Organization.

Tutti comunque potrebbero in qualche modo essere coinvolti nelle diverse indagini tuttora condotte da parte dei procuratori newyorchesi, con lo stesso Trump che potrebbe essere tentato dall’ipotesi di perdonare preventivamente sé stesso prima di finire il mandato. Una strada quest’ultima possibile ma difficilmente percorribile.

Intanto spuntano le carte della corte distrettuale di Washington da cui emerge un’indagine su presunte tangenti offerte alla Casa Bianca in cambio dell’ottenimento di una grazia presidenziale o della sospensione di una pena. Le 20 pagine di documentazione sarebbero in gran parte piene di omissis e i nomi delle persone coinvolte oscurati, spia del fatto che le indagini sono ancora in corso. Trump ha comunque liquidato la vicenda con il solito tweet, definendola una ‘fake news’.

Nel frattempo Biden dubita che Donald Trump possa conservare il suo consenso dopo aver lasciato la Casa Bianca e spera che i repubblicani possano cambiare atteggiamento collaborando con i democratici al Congresso, affermando di contare sul rapporto col leader repubblicano al Senato Mitch McConnell.

Poi scherza sul ministro della Giustizia che ha clamorosamente smentito il suo presidente sui brogli elettorali: “Non abbiamo trovato alcuna prova di frodi che possano ribaltare il risultato del voto”, ha ammesso William Barr. “Mi ha chiamato – ironizza Biden sul New York Times – chiedendomi se ora posso metterlo sotto un programma di protezione…”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)