Salvini insulta Raggi. In Campidoglio un altro forfait

Un vigile urbano di servizio a Roma.
Un vigile urbano in servizio a Roma.

ROMA. – Un altro forfait in Campidoglio: dopo l’inchiesta di Report su episodi di presunta corruzione nel corpo della Polizia locale lascia il comandante dei vigili urbani Stefano Napoli. “Andiamo avanti”, dice la sindaca Raggi e le stesse parole le spende per dribblare i dubbi di M5S e il veto Pd sulla sua ricandidatura e la possibile ombra di una condanna nel processo d’appello: “sono onesta e andrò avanti”.

In campagna elettorale anche Matteo Salvini che oggi, in tour a Centocelle, scivola sull’insulto alla sindaca dopo che Raggi aveva accusato il centrodestra “di avere aperto i campi rom”. “Noi apriamo i campi rom… ma questa è scema proprio” si lascia andare all’indirizzo della sindaca.

Oggi intanto Raggi ha incassato un nuova dimissione: sulla sua scrivania ha trovato la lettera di dimissioni del comandante dei vigili urbani Stefano Napoli, già in bilico dopo il servizio di Report che presentava un quadro di presunta corruzione diffusa nel corpo dei ‘pizzardoni’. Una lettera che è – anche – un atto d’accusa alla prima cittadina: “in Campidoglio sapevano tutto e sono stato lasciato da solo”, scrive Napoli, mentre per la successione si fa il nome del generale Paolo Gerometta.

Ultima goccia la registrazione audio di un momento di intimità tra due agenti che sembra nascondere ben più di un pettegolezzo tra colleghi, e su cui infatti indaga la procura di Roma. Una mossa, quella di Napoli, che la sindaca commenta con una certa durezza: “Ci vuole molto coraggio, perseveranza e determinazione – dice – Stiamo mandando messaggi chiari, no alla criminalità, no alla camorra. E’ evidente che ci sono tante prese di posizione che suscitano altrettante reazioni – aggiunge – Bisogna essere fermi sulle proprie posizioni e andare avanti. Per cui andremo avanti anche in questo caso”.

Dunque, dopo il turn over degli assessori, anche quello dei vigili: “Dopo le dimissioni di Raffaele Clemente, capo con il sindaco Marino – ricorda il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre – ecco Diego Porta, nominato nel novembre 2016 e sostituito con Antonio Di Maggio a marzo 2018, a soli 18 mesi dalla pensione”. E poi Napoli, “scaricato senza neanche una parola di sostegno: l’ennesima doccia fredda per Raggi”.

La prossima data in rosso per la sindaca è il 14 dicembre, quando arriverà il verdetto d’appello sul caso Marra. La collega torinese Chiara Appendino, condannata, s’è autosospesa dal M5s e ha rinunciato al secondo mandato. Solo qualche giorno fa il suo endorsement dalle colonne del ‘Fatto Quotidiano’: “Spero che Virginia si ricandidi, perché penso possa vincere”.

Raggi ha spiegato oggi che lei, però, non farà un passo indietro neanche in caso di condanna: “Io vado avanti – ha detto – In questo momento la città ha bisogno di una guida sicura. Io sono onesta, sto governando la mia città, sto portando avanti provvedimenti che sono fondamentali”.

Nè le pesano le riserve, anche dentro le mura del Campidoglio, di parte del M5s. E il veto del Pd? “Sono determinata, la mia paura è che si torni al passato” dice, Insomma, Raggi è in campo, sia sull’amministrazione ordinaria (“spostate bancarelle all’Eur”) che sulla straordinaria, come lo Stadio della Roma: “Si farà: è un’opera portata avanti da privati, devono loro scegliere dove farlo – afferma – La precedente proprietà voleva Tor di Valle e noi siamo andati su quel sito, ma siamo aperti qualora ci fosse una diversa idea”. “Che faccia tosta – la replica del Pd – ora scarica la responsabilità sulla società”.

(di Gabriele Santoro/ANSA)