Più denunce di morti sul lavoro in epoca Covid, già 1.036 in dieci mesi

Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli
Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli. Archivio ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Nei primi dieci mesi del 2020 sono diminuite le denunce di infortunio sul lavoro ma sono aumentati in modo consistente i casi mortali: secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Inail , soprattutto a causa della pandemia da Covid 19, le denunce complessive di infortunio sono diminuite del 21,1% mentre quelle di infortunio mortale sono cresciute del 15,6% superando mediamente i cento casi al mese (a 1.036).

Se infatti la riduzione dell’attività e il massiccio utilizzo della cassa integrazione e dello smart working hanno fatto diminuire gli incidenti complessivi e crollare quelli in itinere sul percorso tra la casa e l’ufficio, il contagio ha pesato in modo netto sulle denunce dei casi mortali facendo aumentare soprattutto quelle arrivate dal comparto sociosanitario.

I dati pubblicati sono provvisori, sottolinea però l’Inail che spiega che “per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2020, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario”.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di ottobre sono state 421.497, circa 113.000 in meno rispetto alle 534.314 dei primi 10 mesi del 2019 (-21,1%). Le denunce per contagio da Covid sono state il 16% del totale delle arrivate, quindi oltre 67.000. L’Inail peraltro non conteggia i dati sui medici di famiglia, particolarmente colpiti dalla pandemia, in quanto non assicurati all’Istituto e i farmacisti non dipendenti. La diminuzione ha riguardato tutti i mesi, ma soprattutto maggio e aprile.

Si è registrato un crollo delle denunce soprattutto per i Conto Stato (dalle oltre 41.500 del 2019 alle 2.800 del 2020, -93%) , per effetto del largo utilizzo dello smart working da parte dei dipendenti statali. Il settore più colpito è stato quello della “Sanità e assistenza sociale” che ha registrato un aumento del 117% (da 23.000 a 50.000) nei primi 10 mesi del 2020 con i due terzi delle segnalazioni che hanno riguardato contagi da Covid. Per questo comparto a marzo le denunce sono aumentate del 500% e ad aprile del 450%.

Le denunce di infortunio mortale presentate all’Istituto nei primi dieci mesi di quest’anno sono state 1.036 con un aumento di 140 casi rispetto agli 896 registrati nello stesso periodo del 2019 (+15,6%). L’incremento – sottolinea l’Inail – “è influenzato dai decessi avvenuti e protocollati al 31 ottobre 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che rappresentano circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio anno”.

Si registra una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 242 a 176 (-27,3%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 654 a 860 (+31,5%). L’incremento dei casi mortali si concentra al Nord Ovest con 131 casi in più (da 232 a 363), complice soprattutto l’aumento registrato in Lombardia, con 84 casi in più, Nelle Isole si è passati da 80 a 74, nel Nord Est da 209 a 207, nel Centro da 185 a 183) mentre il Sud registra un aumento di 19 decessi (da 190 a 209), 17 avvenuti in Campania.

Le denunce di morte legate al Covid hanno riguardato soprattutto gli uomini (da 820 a 924 , +104 decessi), mentre le denunce per le donne sono passate da 76 a 112. Sono aumentate le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 733 a 876), mentre sono calate quelle dei lavoratori comunitari (da 51 a 50) ed extracomunitari (da 112 a 110).