Inter testa all’Europa, Conte vuole il salto di qualità

Romelu Lukaku festeggia una rete
Romelu Lukaku festeggia una rete con la maglia dell'Inter. ANSA / MATTEO BAZZI

MILANO. – Preoccupano gli scricchiolii dell’Inter nuovamente alle prese con quella vena di follia che Antonio Conte ha cercato di debellare a tutti i costi: un’ora di blackout contro il Torino, poi ci pensa la solita coppia Lukaku-Lautaro a rimettere il treno in corsa. Una rimonta agrodolce per una partita a due facce con i nerazzurri ancora lenti e incostanti. I cambi per fortuna azzeccati rimettono in moto la macchina ingolfata e ora Conte pensa all’Europa con il Real atteso domani a San Siro.

L’Inter, data per favorita in tutte le competizioni, non spicca ancora il volo: tre i positivi al Covid, Sensi infortunato e resta l’enigma Eriksen, ormai ai margini del progetto nerazzurro. Conte è alla ricerca di un difficile equilibrio ma i vuoti dell’Inter preoccupano, i gol incassati troppi, la reazione arriva tardi con rischi eccessivi.

Una remuntada che dimostra cuore e carattere anche se una grande squadra dovrebbe avere un altro passo, una diversa sicurezza, una forza maggiore. Il tecnico per ora incassa le parole incoraggianti dell’amministratore delegato Alessandro Antonello: “Conte ha dato slancio ai risultati sportivi con il secondo posto in campionato e la finale di Europa League”. Ma, aggiunge, “l’obiettivo resta quello di tornare a essere uno dei club più importanti a livello europeo”.

Tutto è da giocare, il campionato che resta equilibrato, e il passaggio del turno in Champions a patto di vincere già con il Real che ha avuto la meglio (3-2) all’andata in un’altra partita beffa di un girone (B) semplice solo sulla carta. Cinque punti per il Borussia M’gladbach, quattro per lo Shaktar Donetsk, altrettanti per il Real, solo due per l’Inter, fanalino di coda.

Pesa la variabile della pandemia con Kolarov positivo che ancora non può mostrare quell’esperienza internazionale così cercata da Conte, mentre Vidal sta faticando a emergere e a dare quel valore aggiunto necessario ora più che mai all’Inter.

Difficile ci sia spazio per Eriksen destinato a un prematuro addio, resta la sicurezza Lukaku, un giocatore costante e affamato che ancora desta meraviglia e stupore, e l’estro arrembante di Lautaro che passo dopo passo sta diventando un bomber di razza. A San Siro deserto, è già tempo di esami per una squadra ancora alla ricerca di una identità e che rischia di restare una grande incompiuta.

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