In Russia corsa delle élite al vaccino Sputnik V

Una confezione del vaccino russo Sputnik V
Una confezione del vaccino russo Sputnik V. EPA/SERGEI ILNITSKY

MOSCA. – Il vaccino russo Sputnik V funziona. Lo sostengono le autorità, i ricercatori dell’istituto Gamaleya dove è stato sviluppato, lo ripete Vladimir Putin e lo credono anche le élite russe, dato che è in atto una vera e propria corsa per accaparrarsene una fialetta.

La seconda ondata sta d’altra parte spiegando le ali – i contagi crescono ogni giorno, oltre quota 22mila, e proprio oggi è stato battuto il record dei morti: 442 in 24 ore – e ne va della vita. Se poi è dorata, scoccia ancor di più giocarsela.

Dunque oligarchi e vip di natura varia stanno sgomitando non poco: il vaccino infatti non è ancora disponibile al pubblico – la fase 3 degli studi clinici non è neppure terminata – e forse non lo sarà ancora per molto, dato che la produzione fatica ad andare a regime. Ma si sa, l’uguaglianza non è il piatto forte della Russia.

“Noi siamo stati tutti vaccinati: il mio capo è ossessionato dal Covid”. A parlare è un professionista italiano che lavora a stretto contatto con un oligarca di peso, uno di quelli che durante la prima ondata aveva fatto incetta di ventilatori polmonari e aveva assunto personale medico in stand-by dedicato alla famiglia.

La testimonianza è in confidenza e non si possono dare altri particolari, se non che appunto tutto lo staff di prossimità dell’oligarca è stato inoculato col vaccino. “Sto bene, non ho avuto nemmeno una linea di febbre”, racconta la fonte. Però qui c’è un però. Un’altra persona ben introdotta nel mondo dell’élite russa – “tutti stanno cercando di avere il vaccino, è verissimo” – assicura infatti che l’unico modo per accedere al santo Graal dell’era Covid-19 è prendere parte alla sperimentazione. “Ma – dice – neppure i medici sanno a chi viene dato lo Sputnik e a chi viene somministrato il placebo, quindi non c’è modo di avere la certezza”.

Sicurezza no, ma buona probabilità sì, dato che lo studio del Gamaleya prevede l’inoculazione del vaccino al 75% dei partecipanti. Il punto ad ogni modo non è neppure questo. Il rumor è che agli ‘amici degli amici’ venga data la fiala giusta. Naturalmente sono voci, impossibili da confermare.

La lista dei vip vaccinati comunque è ormai nutrita. I nomi di dominio pubblico comprendono il sindaco di Mosca Serghei Sobyanin, il ministro della Difesa Serghei Shoigu, il ministro dell’Industria e Commercio Denis Manturov, il capo della banca pubblica Sberbank German Gref, la direttrice dell’emittente pro-Cremlino Margarita Simonyan e il miliardario patron della Phosagro Andrei Guriev (e figlio).

Tutti con la granitica certezza di essere stati vaccinati davvero. Verificarlo, a onor del vero, non è difficile. Basta fare le analisi. Che è quanto hanno fatto i membri della chat Telegram ‘Studio del Popolo’, volontari della terza fase di studi dello Sputnik V. La chat, fondata dal programmatore di Omsk Vladimir Rusetsky, conta ora oltre 900 utenti, 150 dei quali “senz’altro vaccinati”.

Il gruppo, nato per condividere ansie e informazioni tra i volontari, si è mano a mano trasformato in un centro di studio parallelo a quello ufficiale, con tanto di tabelle pubblicate dai maghi dei dati della chat. “Dopo tre settimane si sviluppano gli anticorpi, le analisi lo confermano”, ha detto Rusetsky alla testata indipendente Meduza. Ovvero ciò che sostengono le autorità russe (secondo i risultati preliminari diffusi dal Gamaleya, l’efficacia del vaccino sarebbe del “92%”).

“Cavolo, il satellite vola e fa bip”, ha scritto su Facebook Dmitry Kulish, membro della chat e volontario della fase 3, pubblicando una tabella con dati parziali sugli effetti collaterali della vaccinazione (a volte febbre, anche oltre 38, e mal di testa). E all’oligarca va bene così.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)