Coronavirus in Italia: raggiunte le 45mila vittime. Sale il rapporto positivi/test

L'esercito presidia le strade di Napoli
L'esercito presidia le strade di Napoli. 15 novembre 2020.bANSA/CESARE ABBATE

ROMA. – Sono 33.979 i positivi al coronavirus individuati nelle ultime 24 ore in Italia. Le vittime sono 546 e salgono a oltre 45 mila i morti di coronavirus in Italia, per la precisione 45.229. E’ di 116 l’aumento dei pazienti ricoverati in terapia intensiva nelle ultime 24 ore. Il totale delle persone in rianimazione è ora di 3.422 e i ricoveri nei reparti ordinari sono invece aumentati di 649 unità, portando il totale a 32.047.

Con il consueto netto calo del weekend sono stati effettuati meno tamponi: 195.275 tamponi, un numero inferiore di 30 mila unità rispetto a ieri. Alta l’attenzione sul rapporto tra positivi e test che continua a salire e raggiunge quota il 17,4%, in aumento di oltre un punto percentuale rispetto a ieri.

Ed è proprio su questo valore che si gioca la partita della comprensione dell’andamento della curva. Gli esperti infatti sono concordi nel non dare peso in modo assoluto al dato quotidiano dei nuovi contagiati, che risente non solo delle flessioni quotidiane del numero dei test realizzati, ma anche della difficoltà a superare in modo stabile la soglia.

“Le parole rallentamento, raffreddamento, e frenata hanno generato un ingiustificabile eccesso di ottimismo per la variabile interpretazione del reale significato di questi termini: una ridotta velocità con cui sale la curva dei contagi”, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE.

“Per interpretare correttamente il concetto di rallentamento o frenata bisogna tenere conto di tre elementi. Innanzitutto, il dato deve essere confermato nelle prossime settimane; in secondo luogo può essere influenzato da effetti di saturazione a livello territoriale e ospedaliero; infine, tutte le curve continuano a salire in maniera comunque molto rapida peggiorando la capacità di risposta dei servizi sanitari”.

Cartabellotta, anticipando ad ANSA i dati dell’analisi a ieri, spiega che “quello che si osserva è una riduzione dell’incremento percentuale dei nuovi casi giornalieri: dal 5% del 30 ottobre al 3,4% del 14 novembre che potrebbe essere un effetto delle misure introdotte. Tuttavia, nello stesso periodo, continua a crescere il rapporto positivi/casi testati, dimostrando che la curva di crescita rallenta anche per la ridotta capacità di effettuare tamponi”.

Il “rallentamento” si intravede, in misura minore, sulla velocità di crescita di ospedalizzazioni e terapie intensive. Tuttavia, non conoscendo i flussi dei pazienti in entrata e in uscita, anche questo dato può essere influenzato dall’effetto saturazione dei posti letto.

Infatti, le soglie di occupazione del 40% (area medica) e 30% (terapia intensiva) sono state entrambe superate con una media nazionale ad oggi rispettivamente del 50% e del 34% e valori molto più elevati in alcune Regioni, dove i servizi ospedalieri sono ormai allo stremo, come documentano le narrative di chi lavora in prima linea.

C’è stata una decrescita dell’accelerazione della diffusione del virus ma “la riduzione e’ ancora blanda e servono ancora 3/4 giorni per avere la conferma dell’andamento del trend”, spiega anche Amerigo Cicchetti, direttore di ALTEMS, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma, che ogni settimana realizza un’analisi sui principali parametri di analisi della situazione Covid in Italia.

“Resterei prudente per vedere se questo trend resta stabile” suggerisce, indicando un valore che potrebbe influenzare l’analisi. Per Cicchetti infatti non si può considerare il numero dei contagi unicamente rispetto al numero dei tamponi, che si dividono in tamponi di screening (cioè il primo tampone al quale ci si sottopone perché si è sintomatici o perché si è venuti a contatto con un positivo) e i tamponi confermativi.

Fino a quando staremo appresso a questo valore, a parere dell’esperto, il quadro potrebbe non essere rappresentativo, e per questo Cicchetti invita a considerare la situazione con cautela in attesa di una conferma della riduzione della velocità di contagio stabilizzata.

(di Maria Emilia Bonaccorso/ANSA)

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