F1: Hamilton è campione del mondo, settimo titolo come Schumacher

Lewis Hamilton con le braccia al cielo dopo la vittoria al Gran Premio di Turchia nel Intercity Istanbul Park circuit
Lewis Hamilton con le braccia al cielo dopo la vittoria al Gran Premio di Turchia nel Intercity Istanbul Park circuit. EPA/Clive Mason / Pool

ROMA. – “Mi dispiace per i miei rivali, ma mi sento come agli inizi”. Nel giorno del trionfo più importante della sua vita, Lewis Hamilton, che aveva fatto pensare più volte in passato ad un suo possibile addio alle corse, e ora è un sette volte campione del mondo, rilancia assicurando di vedersi ancora per molto nel Circus della Formula 1.

Un circo della velocità che lo festeggia come fosse un Dio, incorniciando il suo nome per sempre nel più prezioso quadro della leggenda accanto all’idolo della Ferrari Michael Schumacher. A dare la gioia più grande al pilota della Mercedes, è stata una gara capolavoro, in un Gran Premio spettacolare grazie soprattutto alle insidie della pista bagnata con un asfalto molto difficile da domare.

Al semaforo verde l’inglese scatta piano piano evitando possibili contatti, costruendo la sua vittoria dietro agli avversari e gestendo al meglio le gomme intermedie da pioggia. Hamilton lascia sfogare l’irruenza delle Racing Point di Stroll e Perez e l’arroganza sportiva di Verstappen.

Neanche una ritrovata Ferrari, soprattutto quella di un super Sebastian Vettel alla fine terzo, riesce a frenare la voglia di trionfo del primo pilota di colore della storia della Formula 1 che da metà corsa in poi prende il controllo della situazione mettendosi via via dietro tutti i suoi rivali.

L’unico a poterlo impensierire davvero in chiave Mondiale, l’inconsistente compagno di scuderia Valtteri Bottas, si era del resto già autoeliminato alla partenza con un testa coda da principiante. A festeggiare l’inglese sul podio ci pensano un ottimo Perez e Vettel: il messicano della Racing Point, che il prossimo anno dovrà lasciare il suo volante proprio al tedesco della Ferrari, è bravo nelle ultime curve a sorprendere prima Leclerc, quarto, e poi Vettel.

Per il pilota messicano un futuro tutto da scrivere ma intanto la soddisfazione di poter assistere ad un momento storico della Formula 1 seppur da comprimario. Un Gp di Turchia che entra di diritto nella leggenda delle corse non solo per i tanti colpi di scena, ma soprattutto per l’ennesima dimostrazione di forza di Hamilton, che ha ammesso i sacrifici fatti in questo periodo per non rischiare di infettarsi con il Covid compromettendo il cammino verso il settimo sigillo:

“Non sono mai andato a cena fuori – ha detto l’inglese sul podio tra coriandoli e champagne – mi sono sempre fatto portare da mangiare in camera, stasera però festeggio con i miei amici e parenti bevendo magari un po’ di vino”.

E ora per lui è il momento di gioire e piangere per l’emozione, proprio lui che apparentemente sembra una macchina della velocità. E sono arrivati gli occhi lucidi, le lacrime e poi la festa: “Mi mancano le parole, ringrazio la mia famiglia e il team, sono andato ben oltre i miei sogni. Spero che i bambini prendano ispirazione da quanto ho fatto”

Una specie di robot che non sbaglia quasi mai, riuscito a regalare alla Mercedes un ciclo di vittorie incredibile per la Formula 1: una serie di vittorie per il pilota nato a Stevenage il 7 gennaio 1985 cominciata grazie alla lungimiranza della McLaren di Ron Dennis, l’uomo che lo scoprì e accompagnò al successo nonostante i litigi con Fernando Alonso compagno ai primi tempi a Woking.

Era il 2008, l’anno in cui, a distanza di 12 mesi dell’ultimo Mondiale della Ferrari con Raikkonen, comincia la favola di Hamilton che oggi diventa leggenda con il primato di Michael Schumacher agguantato e che nelle prossime stagioni potrà essere superato.

Specialmente il prossimo anno, quando le regole tecniche saranno le stesse degli ultimi anni e la Mercedes potrà continuare nel suo cammino di vittorie incontrastato, sempre che Ferrari e Red Bull non si diano finalmente una scossa.

(di Vincenzo Piegari/ANSA)

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