Scontro emendamenti Decreto sicurezza, Lega all’attacco

Il tabellone della Camera con i risultati della votazione sul Decreto Sicurezza.
Il tabellone della Camera con i risultati della votazione sul Decreto Sicurezza. (ANSA)

ROMA. – Il (nuovo) decreto sicurezza torna a riaccendere gli animi in Parlamento. In particolare, sui codici per identificare le forze dell’ordine e sull’immigrazione. Il provvedimento varato dal governo il 5 ottobre per ‘superare’ i cosiddetti decreti Salvini, rischia di essere un nuovo terreno di scontro a pochi giorni dal voto degli emendamenti, al via da lunedì.

Sul tavolo della commissione Affari costituzionali della Camera ce ne sono circa 1200. Sono quelli che restano dei 1500 presentati inizialmente, di cui 1076 firmati Lega e ridotti a 240 dopo il vaglio di ammissibilità. Eppure i leghisti non ci stanno e sono pronti a ricorrere direttamente al presidente della Camera, Roberto Fico, perché riammetta anche quelli esclusi (su immigrazione, polizia locale, lotta al terrorismo islamico). In realtà per la Lega la partita è tutta in difesa.

L’obiettivo è mantenere il più possibile lo status quo precedente, specialmente le norme sui ‘porti chiusi’ volute dal proprio ‘capitano’ ma ridimensionate nel nuovo decreto. Nel provvedimento di ottobre saltano le multe milionarie alle ong che fanno soccorsi in mare e si amplia il sistema di accoglienza, introducendo la protezione speciale al posto di quella umanitaria. Non a caso il decreto cambia anche nome, in ‘immigrazione’.

Ma per i leghisti il timore è che la maggioranza voglia prender tempo, parcheggiando il provvedimento (che scade il 6 dicembre), complice le priorità dettate dal Covid. Tuttavia, mano tesa dal presidente della commissione Affari costituzionali, il 5 Stelle Giuseppe Brescia, che aveva bocciato come inammissibili 400 emendamenti ma ne ha ‘riabilitati’ 250. Il grosso riguarda la gestione dei sistemi di accoglienza diffusa.

Altro pomo della discordia sono gli identificativi sui caschi delle forze di poliziotti e carabinieri. Il braccio di ferro oppone Fratelli d’Italia e Leu. A dare il là alle polemiche è l’emendamento che ne chiede l’introduzione, vecchia battaglia del deputato Nicola Fratoianni. Una “proposta irricevibile” la definisce Edmondo Cirielli di FdI.

“Ogni giorno, in Italia, si verificano numerosissime aggressioni contro le forze dell’ordine – denuncia – E la sinistra, invece di tutelarli, intende schedarli come se fossero loro i criminali”. Da qui l’auspicio che la proposta non passi, “altrimenti Pd e M5S diverrebbero complici di un vero e proprio agguato politico contro i nostri uomini in divisa”, tuona.

Fratoianni ironizza sulla reazione “eccessiva” e aggiunge: “Solo chi teme di essere scoperto, dopo aver avuto atteggiamenti sbagliati e arbitrari, può sentirsi minacciato da un provvedimento simile”, sottolineando che la novità tutelerebbe per primi gli agenti.

(di Michela Suglia/ANSA)