Farmacisti favorevoli a fare test e vaccino Covid

Persone con i volti coperti da mascherine sanitarie attendono in coda il proprio turno davanti a una farmacia a Cinisello Balsamo
Persone con i volti coperti da mascherine sanitarie attendono in coda il proprio turno davanti a una farmacia a Cinisello Balsamo. 8 aprile 2020. Ansa/Sergio Pontoriero

ROMA. – Le farmacie, in prima linea nell’emergenza Covid fin dalle prime fasi e che non hanno mai chiuso, si dicono ora in maggioranza favorevoli ad ampliare i servizi, effettuando sia vaccini (antinfluenzali e il futuro vaccino anti-Covid) che test sierologici.

Questo uno dei dati che emergono dal rapporto “Il ruolo delle farmacie e la loro relazione con i cittadini nell’emergenza Covid-19″, presentato da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma, basato sulle risposte di 633 farmacie e 664 cittadini fra luglio e ottobre.

Sulla eventualità di introdurre anche in Italia, come già in altri Paesi europei, la possibilità di effettuare in farmacia vaccinazioni e test sierologici, il 66,4% dei farmacisti sarebbe favorevole in particolare per la vaccinazione antinfluenzale (99%) e per la futura vaccinazione anti Covid-19 (77,4%). Il 66,2% delle farmacie si dichiara disponibile anche allo svolgimento di test sierologici per il Covid-19.

Anche i cittadini si mostrano favorevoli (nel 63% dei casi) alla possibilità in generale di vaccinarsi in farmacia oltre che di svolgere test sierologici (77,6%).”Le farmacie- spiega Marco Cossolo, presidente di Federfarma- possono avere un ruolo attivo nel contrasto alla diffusione del Covid-19, permettendo di effettuare test sierologici o tamponi rapidi.

L’altro fronte aperto sono le vaccinazioni, a partire ovviamente da quella antinfluenzale e anti-pneumococcica. Anche in questo campo, come avviene in altri Paesi, le farmacie sono a disposizione per ampliare al massimo la copertura vaccinale. I farmacisti si sono dimostrati disponibili a dare il proprio contributo anche su questo terreno, con le dovute garanzie di sicurezza per tutti”.

“È auspicabile – aggiunge Cossolo – che le Istituzioni colgano questa disponibilità e sfruttino le potenzialità della rete delle farmacie, creando una sinergia con gli altri operatori”. Per Cossolo, poi, “è necessario affidare alle farmacie anche la dispensazione di farmaci normalmente erogati dalle strutture pubbliche, per agevolare soprattutto anziani malati cronici”.

Il rapporto evidenzia che le farmacie vengono percepite come molto ‘sicure’, in alcuni casi anche argine contro le fake news, ma in particolare durante la prima fase dell’emergenza Covid sono andate incontro a criticità importanti. Dalla difficoltà a trovare mascherine (che scarseggiavano anche per i farmacisti stessi), saturimetri, gel disinfettante, alla necessità di tagliare servizi di screening.

Una su 10, in particolare quelle più piccole, nelle aree con criticità per l’elevato numero di contagi, ha fornito un servizio a ‘battenti chiusi’, tramite sportello. È stata però potenziata la consegna a domicilio, in alcuni casi col supporto di Protezione civile e Croce Rossa. La ricetta dematerializzata è stata apprezzata sia dai cittadini che dai farmacisti, mentre l’e-commerce non è decollato.

(di Elida Sergi/ANSA)

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