Piano operativo per i vaccini Covid, Arcuri a capo

Il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, in conferenza stampa a Roma, 05 novembre 2020.
Il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, in conferenza stampa a Roma, 05 novembre 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Le prime dosi del vaccino anti Covid prodotto da Pfizer arriveranno forse a fine anno e si comincia ad entrare nel vivo della programmazione per distribuirlo. Insieme al gruppo di lavoro già insediato dal ministero della Salute lo scorso 4 novembre è di oggi la notizia che sarà l’attuale Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri il responsabile del piano operativo.

L’ obiettivo è superare le difficoltà logistiche che già si preannunciano, legate non solo alla necessità di vaccinare il maggior numero di persone in breve tempo ma anche e soprattutto dal fatto che il tipo di vaccino sviluppato da Pfizer richiede una conservazione a 80-90 gradi sotto lo zero.

L’incarico ad Arcuri sarebbe stato deciso dal premier Giuseppe Conte, che questa mattina ha incontrato il commissario e, d’accordo anche con il ministro della Salute Roberto Speranza, ha discusso con lui della decisione in vista dell’arrivo delle prime dosi.

Arcuri dovrà dunque occuparsi della distribuzione, dalla gestione delle scorte alla conservazione e spedizione, perché “sia efficiente – spiegano dal governo – e avvenga in piena sicurezza”. Del piano si sta occupando anche un gruppo istituito dal ministero della Salute, composto da 15 esperti.

La nomina di Arcuri ha sollevato critiche come quella del coordinatore della segreteria di Più Europa, Giordano Masini, che chiede: “Perché tanti ruoli chiave nelle mani di una sola persona? Perché una simile concentrazione di potere in una figura che sembra oggi esonerata da qualsiasi assunzione di responsabilità?”.

Perplessità anche da parte del deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto e Gabriella Giammanco, Vicepresidente dello stesso partito in Senato che contestano la scelta del premier di avergli affidato “la distribuzione del bene più prezioso, il vaccino contro il Covid. Vaccino da cui dipende la salute, l’economia e la libertà degli italiani”.

L’ aspetto della temperatura preoccupa gli specialisti. “Bisogna avere i frigoriferi giusti per conservarlo, e inoltre un aspetto sottovalutato è che servono due dosi, questo raddoppia i problemi – spiega Carlo Signorelli, professore di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano -.

La temperatura di conservazione fa sì che non potrà essere somministrato dai medici di famiglia, bisognerà interessare i centri vaccinali, ma sono pronti? Inoltre finché non si riuscirà a immunizzare una quota importante della popolazione non si vedrà un effetto significativo sull’epidemia”.

Alle preoccupazioni ha risposto oggi il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi. E’ necessario “programmare bene” la distribuzione del futuro vaccino anti-Covid, ma le temperature sotto lo zero ai fini della distribuzione “non sono un problema”, ha sottolineato a Sky TG24 Business.

“Ci saranno più vaccini e non tutti saranno -80 gradi. Siamo abituati e siamo pronti, – ha detto Scaccabarozzi, che ha ricordato come molte industrie hanno già prodotto le prime fiale dei candidati vaccini ‘scommettendo’ sull’esito dei test”. La chiave sarà la pianificazione, ha sottolineato anche Marcello Cattani, coordinatore del gruppo prevenzione di Farmindustria, che ha rivolto un appello al governo.

“Tecnicamente è fattibile una distribuzione dei vaccini anti Covid che arriveranno, ma serve una pianificazione sanitaria molto importante. Si è visto cosa sta succedendo con i vaccini antinfluenzali, da marzo abbiamo detto fate in fretta, ma poi ogni regione ha deciso autonomamente.

Noi diamo la massima disponibilità a sedersi ad un tavolo con ministero, Regioni e Aifa, per trovare i percorsi più efficaci, serve una programmazione e una pianificazione rigorosa, e noi auspichiamo un coordinamento di tutti gli attori del processo, comprese le aziende”.

Quello prodotto da Pfizer, per cui la Commissione Ue ha autorizzato oggi un accordo per l’acquisto di 300 milioni di dosi, è uno dei nove vaccini attualmente in fase 3 della sperimentazione, l’ultima prima della richiesta di autorizzazione, ma è l’unico di cui si ha una idea dell’efficacia, anche se i dati non sono stati ancora pubblicati se non sotto forma di una dichiarazione del Ceo dell’azienda.

“E’ una buona notizia – è il commento del farmacologo Silvio Garattini – ma va presa con molta cautela”.

(di Pier David Malloni/ANSA)

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