Covid cambia le regole, conferenza dei capigruppo congiunta Camera-Senato

Il momento della lettura dei risultati del voto di fiducia sul dl semplificazioni nell'aula del Senato
Il momento della lettura dei risultati del voto di fiducia sul dl semplificazioni nell'aula del Senato, Roma 4 settembre 2020. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Sembra farsi strada tra le forze politiche la prospettiva di una conferenza dei capigruppo congiunta Camera-Senato per il raccordo con il Governo sulle decisioni connesse alla emergenza Covid. Il tema è approdato al confronto dei capigruppo della Camera e sarà oggetto di un incontro, questa sera, tra Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati.

Dopo i ripetuti richiami alla necessità di una sede permanente di confronto tra maggioranza e opposizione in Parlamento, giunti soprattutto dal capo dello Stato in seguito all’emanazione dell’ultimo Dpcm, due erano le ipotesi di lavoro tracciate: una conferenza dei capigruppo congiunta di Camera e Senato o un altro organismo informale bicamerale ad hoc.

A Montecitorio sull’ipotesi di capigruppo congiunta, che potrebbe incontrare non solo il presidente del Consiglio ma anche i ministri di volta in volta interessati, si sono espressi a favore tutti i gruppi di maggioranza oltre a Forza Italia e al deputato Lupi a nome della componente del Misto NCI. La Lega non si è pronunciata, mentre una posizione articolata è stata espressa da Fdi.

Il capogruppo Francesco Lollobrigida ha sottolineato che – fermo restando che l’Aula resta la sede privilegiata per il confronto con il governo – la capigruppo congiunta sarebbe pure una sede adatta, ma non si ravvisano ancora segnali di maggioranza che rendano al momento fattibile il confronto: tra questi, la decisione dei gruppi che sostengono il governo di non spostare l’esame del dl sicurezza, come reclamato dal centrodestra.

“Prima ci chiedono di confrontarci nel merito, tenendo conto di quel che sta accadendo, ma poi, come al solito, dalla maggioranza arrivano solo pessimi e insormontabili segnali di arroganza, persino nel metodo. Così le ‘cabine di regia’, sotto qualsiasi forma, hanno davvero poco senso e restano velleità comunicative senza grandi speranze di successo”, dice Lollobrigida.

Toccherà ai presidenti di Camera e Senato fare sintesi, per verificare eventuali nuove modalità di lavoro dei due rami del Parlamento che consentano un confronto più approfondito e costante tra maggioranza e opposizione.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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