Arrivano i ristori. Nuovo pacchetto salva-imprese

Ristoranti, bar e negozi chiusi in via Condotti, Roma. Immagine d'archivio.
Ristoranti, bar e negozi chiusi in via Condotti, Roma. Immagine d'archivio.(ANSA)

ROMA. – I nuovi ristori iniziano ad arrivare sui conti correnti delle imprese e il decreto “bis” è appena entrato in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma già si prospettano nuove misure ‘salva imprese’. Con la manovra arriverà il rifinanziamento dei prestiti per le Pmi garantiti dallo Stato, ma sarà accompagnato da una serie di misure per favorire le ristrutturazioni.

“Stiamo facendo – ha annunciato la vice ministra Laura Castelli – un pacchetto di norme per dare alle imprese più tempo per riorganizzarsi fare piani di risanamento e concordati. Questo perché non bastano norme che danno solo liquidita, ma serve anche più tempo o rischiamo di disperdere queste risorse importanti”.

Intanto il decreto Ristori bis allarga gli aiuti previsti dal primo provvedimento. Arrivano le nuove risorse – oltre 2,5 miliardi – del decreto Ristori-bis. Integrano i 5,4 miliardi previsti dal primo provvedimento approvato a fine ottobre per aiutare le attività coinvolte nelle chiusure anti-pandemia dei vari Dpcm.

Il nuovo provvedimento ha tra le novità un rialzo del contributo a fondo perduto previsto per bar, pasticcerie, gelaterie e alberghi nelle zone arancioni. E poi interventi in favore delle partite Iva, soprattutto nel settore commerciale, costrette alla chiusura nelle zone rosse e un aiuto anche alle attività dei centri commerciali.

Ha inoltre una dote di 340 milioni da utilizzare entro fine anno per estendere gli aiuti a ulteriori attività che dovessero chiudere, risorse che si stima potrebbero bastare fino a fine anno e, se sarà necessario, potrebbero essere rimpinguate nel 2021 con la legge di Bilancio.

L’intreccio tra i due decreti è reale. Il secondo fa salire a quota 130 le categorie che avranno diritto ad un ristoro se collocate nelle regioni delle zone rosse.

Nella prima lista, quella delle attività colpite dalle restrizioni già dal Dpcm del 26 ottobre, sono state aggiunte una ventina di voci, dagli autobus turistici alle scuole di danza, dai musei ai negozi di bomboniere ai produttori di fuochi d’artificio, fino agli zoo e le guide alpine: riceveranno in automatico un indennizzo tra il 100% e il 200% di quanto già ricevuto in estate (tranne le discoteche che avranno diritto al 400%), fino a un limite massimo di 150mila euro.

Raddoppia per tutti, invece, quelli che dovranno chiudere nelle zone rosse: qui il secondo allegato al decreto bis include altre 57 categorie che includono tutte le tipologie di merci vendute nei negozi che dovranno abbassare la serranda (dai vestiti, ai mobili, alle mercerie fino alle armi, ai tatuatori e ai sexy shop) e dagli ambulanti, ma anche alcuni servizi che si dovranno fermare, come le estetista e le agenzie matrimoniali e d’incontri.

Prevista infine una terza tipologia di ristoro che scatterà però nel 2021 e riguarderà le attività nei centri commerciali e le produzioni industriali del comparto alimentare e bevande. Tra le misure viene anche previsto un credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali dei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre, sempre per le attività bloccate nelle zone rosse.

Il nuovo decreto estende poi le misure sul fronte fiscale. La cancellazione della seconda rata Imu viene estesa ai titolari delle attività chiuse nelle zone rosse. Lo stop ai versamenti Iva e alle  ritenute alla fonte  viene allargato alle attività sospese, ai ristoratori delle zone arancioni o rosse, ed anche attività alberghiere, agenzie di viaggio e tour operator con sede nelle zone rosse. Per loro il versamento slitta al 16 marzo 2021, in unica soluzione o in 4 rate.

Anche l’accordo Irpef e Irap di fine anno viene prorogato al 30 aprile, senza che sia necessario il requisito della diminuzione del fatturato, per tutte le attività bloccate nelle zone rosse, alle quali si aggiungono anche i ristoratori delle zone arancioni

Sono poi previste misure per le famiglie delle zone rosse: per loro è previsto un congedo straordinario, retribuito al 50%, se i genitori non possono usufruire dello smart working in caso di chiusura delle scuole secondarie di primo grado. Scatta poi un bonus baby-sitting di 1.000 euro se c’è una sospensione didattica e iI genitori non usufruiscono di altri aiuti e non hanno un lavoro.

Il decreto bis contiene poi molte altre misure, tra queste anche 300 milioni per gli operatori del trasporto pubblico locale, 100 dei quali finalizzati a servizi aggiuntivi anche a vantaggio degli studenti.

(di Corrado Chiominto/ANSA)

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