Ricerca shock in Usa: “Hamilton aveva schiavi”

L'immagine del volto di Alexander Hamilton stampata nella banconota di 10 dollari.
Macro of image the face of Alexander Hamilton on the Ten American Dollar Bill.

NEW YORK.  – Nell’America delle proteste Black Lives Matter e degli attacchi alle statue dei generali sudisti, di George Washington e di Cristoforo Colombo, una nuova ricerca getta un’ombra su uno dei Padri Fondatori finora rimasto immune alle accuse di razzismo.

Alexander Hamilton, il primo segretario al Tesoro il cui ritratto campeggia sulla banconota da 10 dollari, “comprò e vendette schiavi”, sostiene Jessie Serfilippi, una studiosa affiliata alla Schuyler Mansion, la casa-museo ad Albany appartenuta al suocero di uno degli autori della Costituzione americana.

La tesi del saggio “Una Cosa Odiosa e Immorale” è che “non solo Hamilton teneva in casa schiavi: il suo coinvolgimento nell’istituzione della schiavitù era essenziale alla sua identità personale e politica”.

Duecentocinquanta dollari “pagati per due servi Negri acquistati per mio conto”, un’altra somma da pagare “per il valore di una donna” che la moglie Elizabeth aveva avuto dalla moglie di un altro “Founding Father”, il quarto vicepresidente George Clinton.

Basandosi su documenti, lettere e libri dei conti, la Serfilippi contraddice l’interpretazione del musical rap di Lin-Manuel Miranda che definisce Hamilton “un abolizionista rivoluzionario”, mito nato alla metà dell’Ottocento con la biografia dedicata al padre dal figlio John, ma che ora “deve finire”, afferma la storica.

I dati alla base dello studio non sono interamente nuovi ma il modo con cui sono organizzati ha attirato l’attenzione degli storici. Secondo Annette Gordon-Reed di Harvard, autrice di “The Hemingses of Monticello” sugli eredi afroamericani di Thomas Jefferson, l’argomentazione è “affascinante” in quanto mostra che “quasi tutti i padri fondatori furono implicati nella schiavitù”.

PerJoanne Freeman di Yale, che ha curato la pubblicazione degli scritti di Hamilton per la Library of America, il nuovo saggio arriva in un momento cruciale, “in cui è essenziale per gli americani bianchi fare i conti con la legacy strutturale della schiavitù in America”.

Molti dei Padri Fondatori riconoscevano in linea di principio che la schiavitù violava l’ideale della libertà al centro della Rivoluzione Americana e tuttavia il loro impegno a difesa della proprietà privata e i principi di un governo limitato impedirono mosse decise verso l’abolizione della schiavitù.

Così oggi si scopre che non solo Hamilton offrì consigli legali a proprietari di schiavi tra cui la cognata Angelica Schuyler Church, il suo libro dei conti e lettere alla famiglia mostrano chiaramente transazioni di compravendita e affitto di persone: come quando registrò di aver ottenuto 100 dollari da un vicino per “il prestito” di un “Negro boy”, pratica comune all’epoca che dimostra, secondo la Serfilippi che “il ragazzo era di sua proprietà”.

(di Alessandra Baldini/ANSA)