L’Austria chiude le moschee legate a Islam radicale

Una agente della polizia austriaca pattuglia la zona adiacente alla sinagoga di Vienna, dopo l'attacco terroristico.
Una agente della polizia austriaca pattuglia la zona adiacente alla sinagoga di Vienna, dopo l'attacco terroristico. EPA/CHRISTIAN BRUNA

BERLINO.  – A Vienna è stato il giorno della reazione. Dopo l’attentato di matrice islamista che lunedì será ha seminato il terrore nel cuore della capitale facendo 4 vittime, il governo di Sebastian Kurz ha deciso di chiudere le moschee vicine all’Islam radicale, di procedere a numerosi arresti nell’entourage del giovane jihadista e di sospendere il numero uno degli 007 di Vienna.

L’Austria sceglie dunque la linea dura contro l’estremismo, sulla scia di quanto fatto pochi giorni fa anche da Emmanuel Macron dopo la decapitazione del professore di storia Samuel Paty e l’attentato di Nizza. Il presidente francese e il cancelliere austriaco si incontreranno lunedì a Vienna per discutere proprio di sicurezza e delle proposte da avanzare insieme a Bruxelles, dalla riforma di Schengen a un eventuale “European Act”.

“Lo scopo del terrore islamista è conficcare un cuneo nella nostra società e questo non lo permetteremo”, ha spiegato la ministra dell’Integrazione e dei culti Susanne Raab in conferenza stampa.

Il jihadista ventenne, Kujtim Fejzulai, autore dell’attacco alla capitale “aveva ripetutamente frequentato due moschee di Vienna”, alla periferia della città, dove si sarebbe radicalizzato. Queste saranno chiuse e le associazioni sciolte, ha fatto sapere il ministro dell’Interno Karl Nehammer. Una delle due faceva parte dell’Iggoe, l’associazione austriaca della comunità islamiche, che a sua volta ha fatto sapere di averla sospesa “per essere andata contro la dottrina e aver mviolato la legge islamica del 2015”.

“La libertà religiosa è un bene prezioso che deve essere protetto dagli abusi”, ha detto il responsabile della comunità islamica Uemit Vural, sottolineando la presa di distanza dall’islam radicale.

Intanto salta la prima testa tra i servizi austriaci, colpevoli “di errori platealmente non tollerabili”, ha accusato il ministro dell’Interno per cui era “necessario trarne le conseguenze”: il responsabile degli 007 di Vienna Erich Zwettler ha quindi offerto le sue dimissioni da capo del Ltv, i servizi di informazione e antiterrorismo.

L’attentatore austriaco-macedone avrebbe avuto contatto, la scorsa estate a Vienna, con persone tenute sotto osservazione dai servizi tedeschi. Questa segnalazione, unita al tentativo di Fejzulai di procurarsi armi in Slovacchia, avrebbe dovuto mettere in alerta i servizi austriaci ben più di quanto non sia accaduto, ha sostenuto il capo della Polizia di Vienna Gerhard Puerstl.

E inizia a profilarsi la rete di sostegno del giovane jihadista nella preparazione dell’attentato: oggi 6 persone sono state arrestate in Austria e per altre 8 è stata chiesta la misura della custodia cautelare. Su tutti pende l’accusa di complicità in omicidio e di partecipazione ad associazione terroristica e organizzazione criminale.

Le indagini si sono spostate anche oltre confine: dopo l’arresto nei giorni scorsi di due persone in Svizzera, si è continuato con diverse perquisizioni in Germania. Quattro uomini, tra Bassa Sassonia, Assia e Schleswig Holstein, sono sospettati di avere legami con il terrorista di Vienna e due di loro di averlo incontrato a luglio.

(di Uski Audino/ANSA)

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