Gran Bretagna estende mega sussidi Stato fino a marzo

Un aeroporto di Londra.
Aeroporto di Londra. (ANSA)

LONDRA. – Il governo Tory di Boris Johnson riallarga i cordoni della borsa del Tesoro britannico e anuncia in Parlamento per bocca del cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, un’estensione oltre le attese, fino a marzo 2021 incluso, dei sussidi miliardari di Stato concessi in questi mesi a quasi 10 milioni di lavoratori costretti a casa dalle restrizioni dell’emergenza coronavirus.

Il programma di aiuti, inicialmente ampliato solo a ottobre, continuerà a garantire dunque almeno per altri 5 mesi contributi pubblici per la copertura fino all’80% dei salari e fino a 2500 sterline mensili in favore  dei lavoratori dipendenti del Regno: una sorta di super casa integrazione, inedita nella tradizione britannica, resa possibile anche dalla parallela decisione della banca centrale (Bank of England) di pompare ulteriori 150 miliardi di sterline nell’economia nazionale sino a 875 miliardi di stimolo monetario (Qe) totale.

Il responsabile del Tesoro e delle Finanze della compagine di Johnson ha spiegato alla Camera dei Comuni che l’iniziativa – formalizzata nel giorno dell’entrata in vigore di un secondo lockdown per oltre 55 milioni di persone in tutta l’Inghilterra – mira a dare sostegno ai redditi e a proteggere l’occupazione, alleggerendo i costi sulle aziende dei lavoratori Messi temporaneamente in aspettativa.

La speranza è quella di limitare la pioggia di esuberi in un Paese già segnato da tagli e licenziamenti annunciati ogni settimana a migliaia in questi mesi, in vari settori produttivi, con la giustificazione almeno parziale dell’impatto della pandemia. Sunak ha aggiunto che misure sono in cantiere pure per il business autonomo e il lavoro flessibile, assistiti (parzialmente) con strumenti diversi d’intervento pubblico nei mesi scorsi.

E ha assicurato che i finanziamenti pro occupazione saranno destinati da Londra, non senza un fondo extra immediato da 2 miliardi di sterline, anche alle nazioni autonome del Regno Unito in cui vige la devolution (Scozia, Galles e Irlanda del Nord).

Replicando alle contestazioni dell’opposizione laburista, che lo sollecita ora a una pianificazione di medio-lungo termine per affrontare la crisi, il 40enne cancelliere di origini familiari indiane – considerato da molti un potenziale successore del premier Johnson – ha difeso del resto “l’agilità” delle sue scelte attuali e la possibilità d’adeguarle in corsa all’andamento della pandemia come necessaria.

Mentre ha comunque promesso per gennaio di tornare in Parlamento per “una revisione” della strategia economica di prospettiva a seconda degli sviluppi dell’emergenza sanitaria e di quelli dei negoziati sul dopo Brexit.

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