Referendum Usa, vincono la marijuana e Uber

Primo piano di una ragazza fumando la marijuana
Primo piano di una ragazza fumando la marijuana

WASHINGTON. – Il voto del 3 novembre non ha ancora regalato agli Stati Uniti un presidente. Ma una vincitrice chiara emerge comunque dall’Election Day: è la marijuana.

I referendum per la sua legalizzazione sono stati approvati in tutti e cinque gli Stati in cui la proposta è stata presentata. Si tratta di Arizona, Montana, New Jersey, South Dakota e Mississippi.

Grande vittoria ai referendum anche per Uber, con gli melettori della California che hanno approvato l’esenzione per la gig-economy di riclassificare i suoi lavoratori in dipendenti a tutti gli effetti.

La Proposition 22, per la quale Uber e la rivale Lyft si sono battute con tutte le loro forze, è stata approvata a grande maggioranza: gli autisti delle due società restano lavoratori pagati a prestazione ai quali i due colossi si impegnano a garantire maggiori benefit, ma non diventano dipendenti.

Uber tira un sospiro di sollievo con il via libera che lascia intatto il suo modello di business e vola a Wall Street, dove arriva a guadagnare oltre il 12%.

Volta una pagina storica il Mississippi: dopo 126 anni dice addio alla sua bandiera confederata, retaggio di un passato controverso. La nuova bandiera è contrassegnata da una magnolia – a riflettere il soprannome dello stato di Magnolia State – circondata da 20 stelle per indicare lo status di 20mo stato dell’unione.

Chiude con il passato anche il Nebraska: ai seggi è stata infatti approvata una revisione della costituzione statale dalla quale scompaiono i riferimenti alla “schiavitù o alla servitù involontaria” come punizioni per i reati.

La Florida che ha regalato una grande soddisfazione a Donald Trump ha votato a favore dell’aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora. Un traguardo da centrare in sei anni e resosi necessario di fronte al carovita nello Stato, in cui gli attuali 8,56 dollari l’ora di salario non sono più ritenuti sufficienti.

Gli elettori della Louisiana hanno approvato una stretta sull’aborto, dando la loro benedizione a una revisione della costituzione in modo che non vengano offerti finanziamenti all’interruzione di gravidanza.

Il Colorado ha invece respinto il divieto di aborto dopo la 22ma settimana. Due indicazioni divergenti che mostrano un’America spaccata sul tema, uno di quelli sui quali la Corte Suprema a maggioranza conservatrice potrebbe essere chiamata a esprimersi.

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