Pestaggi e razzismo, arrestati quattro trapper a Roma

L'arresto di uno dei trapper accusati di violenza e odio razziale.
L'arresto di uno dei trapper accusati di violenza e odio razziale. (Ufficio Stampa Polizia di Stato)

ROMA. – Due brutali aggressioni a colpi di arti marziali e pugilato. Due pestaggi in piena regola, di cui uno a sfondo razziale scattato senza motivo nei confronti di un migrante che camminava in strada nella Capitale. Violenze riprese con il cellulare e poi pubblicate sul web.

Per gli inquirenti i responsabili dei due episodi, avvenuti tra marzo e aprile, sono quattro giovani ‘trapper’, arrestati oggi dalla polizia. A finire ai domiciliari Alex Refice, in arte “Sayanbull”, Manuel Parrini, Ilunga Omar Nguale e Tiziano Barilotti.

Tutti esperti di arti marziali e pugilato, hanno tra i 23 e i 36 anni e sono accusati dei reati di sequestro di persona, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Digos, diretti da Giampietro Lionetti, e coordinate dalla Procura.

A tradire gli indagati, tutti destinatari di ordinanza di custodia cautelare domiciliare, è stato il «film» delle violenze pubblicato a distanza di poche ore sul web in cui si vedevano le vittime ripetutamente colpite fino a subire serie lesioni personali.

Il primo episodio, che risale al 7 marzo si è consumato nel mondo dei trapper. Pochi minuti alla mezzanotte il branco ha fatto irruzione in uno studio di registrazione musicale dove trapper ‘rivali’ erano intenti a suonare, dando il via alla violenza cieca. I responsabili, impedendo fisicamente ogni via di fuga, hanno colpito usando colpi di arti marziali e pugilato.

Durante il pestaggio le vittime, sanguinanti, sono state costrette a restare in ginocchio e con lo sguardo rivolto in basso. Le violenze sono durate almeno un’ora, fino a quando i quattro si sono allontanati dalla sala di registrazione. Non si esclude che quella notte ci fossero altri complici che facessero da ‘palo’. Proseguono le indagini per arrivare alla loro identificazione.

Ad aprile, invece, si è consumata l’aggressione a sfondo razziale. A finire nel mirino del branco è stato un extracomunitario che camminava in strada, aggredito improvvisamente e senza alcun motivo. L’uomo è stato colpito con un calcio alla testa e lasciato a terra privo di sensi.

Le violenze sono state riprese con un cellulare e, pubblicate sul web, accompagnate anche da commenti che ‘sbeffeggiavano’ la vittima con la frase “Questo è un uomo?”. Due degli arrestati di oggi erano stati già coinvolti l’anno scorso nell’aggressione di un barista in un locale della Capitale.

(di Chiara Acampora/ANSA)

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