La giornata di The Donald, blindato alla Casa Bianca

Il presidente Donald Trump abbraccia la bandiera degli Stati Uniti, in un'immagine d'archivio.
Il presidente Donald Trump abbraccia la bandiera degli Stati Uniti, in un'immagine d'archivio. (ANSA)

WASHINGTON- – Asserragliato tutto il giorno dentro il fortino della Casa Bianca, col palazzo presidenziale blindato e circondato da una barriera anti proteste assolutamente invalicabile.  Donald Trump ha deciso di passare così l’Election Day e la lunga e incerta nottata elettorale, senza mettere il naso fuori, tranne che per una visita di prima mattina al quartier generale della sua campagna elettorale ad Arlington, in Virginia, per ringraziare tutti dell’immane sforzo delle ultime settimane.

Poi, ancora presto, la solita telefonata agli “amici” di Fox&Friends, la sua trasmissione preferita: “Sento che abbiamo delle buone chance di vittoria”, spiega. Dalla voce trapela forse per la prima volta una grande stanchezza, dopo il tour de force finale della campagna elettorale che lo ha portato a tenere 14 comizi negli ultimi tre giorni.

Ma il presidente ha ancora forza sufficiente per attaccare: così Kamala Harris “sarebbe una prima presidente donna pessima, terribile”. E poi giù botte contro la stessa Fox News: “Avete dato troppo spazio a Sleepy Joe, ogni volta che ha aperto bocca. Ai vecchi tempi non sarebbe successo”.

Trump rimugina tutto il giorno sul da farsi, ipotizza i vari scenari e si prepara a dare battaglia. L’Election Night è un via vai tra lo Studio Ovale e la Situation Room, per seguire i risultati, col presidente circondato dai suoi più stretti collaboratori e dai familiari, sempre in stretto contatto con la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner, nei momenti clou punti di riferimento irrinunciabili per The Donald.

La first lady Melania lo raggiunge solo sul tardi, dopo aver votato a West Palm Beach, in Florida, dove la coppia presidenziale spostò a suo tempo la residenza dall’ostile New York.

Per allentare la tensione l’unica distrazione è fare di tanto in tanto capolino nella East Room, dove sono almeno 250 gli invitati al “watch party”, quello che originariamente doveva svolgersi al Trump International Hotel di Washington.

In fondo alla sala c’è anche un podio, quello dal quale Trump spera di annunciare la vittoria. O quello da dove lanciare la nuova sfida. La parola sconfitta non esiste nel vocabolario del presidente.

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