Il Viminale intensifica i controlli alle frontiere

Agenti di Polizia al lavoro nella Sala Operativa della questura di Milano.
Agenti di Polizia al lavoro nella Sala Operativa della questura di Milano. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA. – Intensificare i controlli alle frontiere, anche con l’impiego dei militari dell’Esercito. Lo ha deciso il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto questa mattina al Viminale con i vertici delle forze di polizia e dei servizi d’intelligence.

Un giro di vite giunto alla luce degli ultimi attentati in Europa, da Nizza a Vienna. Una riunione per mettere appunto un piano operativo da condividere con la Tunisia per un contrasto più efficace alle organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani.

Ed è proprio in base a quanto deciso dalla riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo che si è fatta una ricognizione di tutte le attività di prevenzione e un aggiornamento degli obiettivi sensibili. Nessun segnale specifico di allarme ma massima allerta su tutto il territorio nazionale.

L’ attentato a Vienna e la questione, da sempre controversa, tra irregolari e terrorismo, ha dato la sponda a Luigi Di Maio per tornare a chiedere con insistenza di “alzare l’attenzione sui flussi migratori illegali come sta giustamente facendo il Viminale”.

Questo perché “rappresentano un rischio, serve realismo. Sono stato il primo a parlare di un problema nel merito e questo problema va risolto. Se un Paese non ha le risorse per poter assistere – sottolinea ancora il titolare della Farnesina – allora non può accogliere, altrimenti l’esito è un’esasperazione dell’emarginazione sociale. Stiamo male noi e stanno male loro”.

Ma il ministro va oltre, e aggiunge: “Difendere i propri confini è il dovere di ogni Stato, oltre che un diritto”. Quindi avverte che i terroristi “avrebbero potuto colpire anche noi”.

Una presa di posizione che richiama temi cari al centrodestra, tanto che Annamaria Bernini (Fi), chiede la linea dura contro l’immigrazione “incontrollata”. “Finalmente – commenta Adolfo Urso (FdI) – da Di Maio parole chiare”. Ora chiudiamo Lampedusa, come azione “simbolo della lotta al terrorismo”.

Molto più dura la reazione di Giorgia Meloni che irride l’ex capo politico M5S, contestando l’idea che possa essere “l’ala destra” di questo esecutivo: “Mentre Di Maio invoca la necessità di controllare i confini, il suo partito e il governo del quale fa parte – attacca la leader di Fratelli d’Italia – fanno di tutto per spalancare le porte dell’Italia all’immigrazione clandestina di massa. Di Maio prova a giocarsi la carta di rappresentare l’ala destra di questo esecutivo ma riesce malissimo nella sua impresa, perché non parla mai del principale problema che abbiamo davanti: combattere il proselitismo islamista in Europa, che crea l’humus del fondamentalismo e nel quale cresce e prospera il terrorismo”.

Matteo Salvini, preferisce invece scagliarsi direttamente contro il suo successore al Viminale: “Gli italiani non vogliono parole ma fatti. Da sabato a oggi, sono sbarcati in Italia più di 1.550 immigrati. Di che controlli parla il Viminale? Scriveremo a “Chi l’ha Visto?” – conclude – per avere notizie del ministro Lamorgese”.

(di Marcello Campo/ANSA)