Nelle aree del sisma ancora macerie nei cimiteri

Vigili del Fuoco a lavoro tra le macerie ad Arquata,
Vigili del Fuoco a lavoro tra le macerie ad Arquata, ANSA/ANGELO CARCONI

NORCIA (PERUGIA). – Quattro anni dopo la grande scossa, nei cimiteri devastati dal terremoto la memoria dei defunti è ancora sepolta sotto le macerie. Da Norcia a Camerino, da Arquata del Tronto a Visso e Castelsantangelo sul Nera ci sono ancora tombe distrutte e in alcuni casi impossibili da raggiungere per deporre un fiore nel giorno della ricorrenza dei morti.

I casi più eclatanti a Ussita, dove i tre camposanti – il monumentale Castel Murato, Casali e San Placido – fanno gridare “vergogna” al neo sindaco Silvia Bernardini e a tutti i cittadini del piccolo borgo ai piedi dell’Appennino marchigiano. “A San Placido – ha raccontato il sindaco all’ANSA – si fa fatica a individuare anche il perimetro del cimitero e le tombe sono state inghiottite dalla terra”.

La Bernardini, proprio per onorare la memoria del defunti, per conto della sua gente, ha deposto una corona di fiori agli ingressi dei tre cimiteri e promette il “massimo impegno per ridare dignità a questi luoghi così cari a tutti noi”. Ma quattro anni dopo gli eventi sismici del 2016 tutti gli amministratori si dicono impegnati ad avviare i lavori per ridare pace e decoro alla memoria dei defunti.

A Norcia, su 19 cimiteri, ad oggi sono stati riaperti 15 tra cui quello del capoluogo e “stiamo lavorando per rendere fruibile a breve anche quelli di Aliena e Castelluccio, mentre quelli di Ancarano e San Pellegrino necessitano di interventi importanti”, spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Giuliano Boccanera. “Attualmente – aggiunge l’assessore – l’ufficio è impegnato a verificare e determinare gli importi da destinare agli interventi di progettazione e ricostruzione per ogni singolo cimitero e poter quindi affidare gli incarichi”.

La progettazione per il recupero delle parti lesionate è in corso anche a Camerino: “Alcuni cimiteri sono stati già sistemati – racconta il sindaco Sandro Sborgia – altri purtroppo sono rimasti ancora nelle condizioni di 4 anni fa e mi riferisco a quelli delle frazioni di Statte e Puzzuolo”.

A Visso non tutti hanno potuto accendere un lumino sulla tomba del caro estinto, “è agibile soltanto una parte – spiega il sindaco Gian Luigi Spiganti -. Il progetto di recupero è stato definito, ma al momento la situazione è quella del giorno dopo il terremoto anche se in questi anni abbiamo sempre cercato di mantenere il decoro tra le tombe”.

Restando nel Maceratese, a Castelsantangelo “è da sistemare soltanto una piccola ala, è stato già redatto il progetto definitivo”, assicura il sindaco Mauro Falcucci. Scivolando ad Arquata del Tronto, uno dei comuni più colpiti fin dalla scossa del 24 agosto, il vicesindaco Michele Franchi spiega che “finalmente stiamo vedendo la luce per recuperare i nostri 8 cimiteri”.

Ma ricorda che “in questi anni siamo sempre riusciti a dare una degna sepoltura alle persone venute a mancare grazie all’installazione di loculi provvisori che hanno permesso anche di ridare collocazione alle bare che erano state divelte dal sisma”.

(di Gianluigi Basilietti/ANSA)