Gualtieri assicura: “Risorse e aiuti finché serve”

Il fermo immagine mostra il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a Mezz'ora in più su Rai 3
Il fermo immagine mostra il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a Mezz'ora in più su Rai 3, 01 novembre 2020. ANSA/ FERMO IMMAGINE RAI 3 ANSA/ FERMO IMMAGINE RAI 3 +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO TV: NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

ROMA. – Una nuova stretta è necessaria per domare il virus e il governo non farà mancare “adeguato” supporto a lavoratori e imprese. Mentre i tecnici sono al lavoro per rifare i calcoli della manovra, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri va in tv a mandare un messaggio rassicurante di fronte alla “fisiologica ondata di frustrazione” per la seconda ondata dell’epidemia, che le varie categorie stanno esprimendo anche in piazza.

E spiega che l’Italia ha fatto bene i conti, è stata prudente nelle stime, e ha ancora in cascina fieno a sufficienza per superare questa “recrudescenza dell’epidemia che ha colto di sorpresa tutta Europa”. Il calo del Pil a -9%, dice il ministro, si potrà confermare anche di fronte a un quarto trimestre molto negativo, anche se si passasse dal “moderato +0,4%” indicato meno di un mese fa nella Nadef a un “-4%”.

Certo, una battuta d’arresto così pronunciata trascinerebbe i suoi effetti negativi almeno ai primi mesi del 2021 dove però la manovra già “mette da parte risorse per un inizio anno difficile”. Per chiudere il testo servirà ancora una settimana, spiega Gualtieri, e l’approdo in Parlamento dovrebbe essere attorno al 9 novembre.

Nello schema approvato in Consiglio dei ministri quindici giorni fa c’erano 5 miliardi per la cassa integrazione di emergenza (in parte anticipata con il decreto ristori) sia 4 miliardi in un apposito fondo anti-Covid, da tenere a disposizione per aiutare via via le categorie più colpite.

Ora si stanno rivedendo stime e relativi stanziamenti, e non si esclude che il fondo anti-Covid possa essere rinforzato anche per garantire supporto a quelle categorie che al momento non hanno accesso ai nuovi contributi a fondo perduto. In attesa della manovra, si dovrebbero comunque allargare a breve le maglie dei codici Ateco, sfruttando i 50 milioni aggiuntivi previsti nel decreto Ristori.

In caso di emergenza, peraltro, c’è chi non esclude che si possa ricorrere a quel decreto novembre immaginato inizialmente per ri-allocare i risparmi delle misure messe in campo finora, e non del tutto utilizzati con l’ultimo decreto (1,7-1,8 miliardi sono i margini in deficit, senza considerare gli eventuali ulteriori ‘avanzi’ dal tiraggio puntuale delle varie misure).

L’altra voce da rivedere – e riscrivere – è proprio quella della cassa Covid, e del blocco dei licenziamenti collegato: l’ultima versione dell’intesa raggiunta con sindacati e imprese prevede infatti, come spiega in una intervista anche il ministro Nunzia Catalfo, altre 12 settimane completamente a carico dello Stato (senza ticket per le aziende, anche se non in perdita) che si potranno attivare fino al 31 maggio ma che finiranno il 21 di marzo per chi le utilizzi continuativamente.

Anche il blocco dei licenziamenti, altra novità, finirà per tutti da quella data, e non rimarrà nemmeno per chi si terrà delle settimane di ammortizzatori Covid per i mesi di aprile e maggio. Per i settori più in difficoltà e che abbiano finito gli ammortizzatori, come “turismo, spettacoli, fiere, eventi, commercio”, l’intenzione del governo è comunque quella di prorogare la cassa Covid anche “oltre il mese di marzo. Vedremo – dice ancora Catalfo – se con o senza blocco ulteriore dei licenziamenti”.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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