Consulenti: 41% dei posti a rischio è dei giovani

Una lavoratrice con mascherina in un bar di Milano.
Una lavoratrice con mascherina in un bar di Milano. (ANSA)

ROMA.  – Giovani, precari e (forse) presto disoccupati: è l’esercito degli under35, la cui sopravvivenza nel mercato del lavoro è in bilico per le nuove restrizioni in alcuni specifici settori produttivi, con cui il governo cerca di fermare l’avanzata del Covid.

Alla fine del 2019, infatti, rileva la Fondazione studi dei consulenti del lavoro, tra addetti alla ristorazione (1 milione e 192.000) e impiegati nel campo della cultura (145.000) e dello sport (93.000), si arrivava a “circa 1 milione 430.000 soggetti, pari al 6,1% della intera occupazione”, dei quali oltre 4 su 10 (il 41,3%) ha meno di 35 anni.

Un segmento già fragile, visto che “solamente il 42,7%” può vantare “un contratto a tempo indeterminato, contro una media nazionale del 64,1%”, mentre il 25% ha un incarico inquadrato con modelli a termine (contro l’11,7% della media dei lavoratori in Italia) ed il 32,3% esercita le mansioni in forma autonoma (rispetto al 22,7% nazionale).

Nei portafogli di questi poco più che trentenni, poi, finisce un salario ridotto: scrivono i professionisti che “più della metà (il 57,9%) percepisce un reddito netto mensile inferiore ai 1.000 euro (contro un valore del 24,9% tra tutti gli occupati), con l’unica eccezione del comparto sportivo, che risulta più allineato alle retribuzioni medie”, cifre che, entro fine anno, “potrebbero, sensibilmente peggiorare”, col perdurare dello stato d’emergenza per il Coronavirus.

Giovani che rischiano di rimanere senza impiego, argomenta il presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro Rosario De Luca, molti dei quali sono donne, che “nella ristorazione son pari al 49,4%”.

Si tratta di una quota “molto al di sopra della media del Paese”, e che, conclude, “deve allarmarci, poiché rischia di scoraggiare ulteriormente la presenza rosa’ nel mercato, già messa a dura prova dalla difficile conciliazione tra lavoro e vita domestica”.

(di Simona D’Alessio/ANSA)

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