Scontri e proteste. Lamorgese: “Rischio tenuta sociale”

Scontri tra manifestanti anti-Dcpm e forze dell'ordine a Piazza del Popolo, Roma..
Scuffles during the protest against the measures implemented to stop the spread of the Covid-19 pandemic by the Government during the second wave of the Covid-19 Coronavirus pandemic in Rome, Italy, 27 October 2020. Italian Prime Minister Giuseppe Conte announced new nationwide Covid-19 restrictions that come into effect on 26 October, and include the closure of restaurants and bars by 6pm and shutting down gyms, cinemas and swimming pools. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Da un lato le piazze “apparecchiate” simbolicamente dai ristoratori in difficoltà, dall’altra i lanci di pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine, con arresti e denunce tra Napoli, Torino e Roma. Il dissenso di un’Italia in sofferenza mostra due facce diverse, con gli scontri che però mettono in allerta Viminale, Forze di polizia e Servizi segreti.

E’ stato lo stesso ministro, Luciana Lamorgese, a spiegare in Senato che “l’obiettivo comune deve essere quello di assicurare la tenuta sociale del Paese”. “Accanto alle civili proteste dei cittadini – ha sottolineato – abbiamo assistito a inqualificabili episodi di violenza e guerriglia urbana. Si è trattato di episodi che hanno trovato soltanto occasionale pretesto nel malcontento. Tutti gli episodi hanno visto all’opera soggetti che nulla hanno a che fare con le categorie interessate dalle misure del governo”.

E proprio di questo si è discusso oggi anche nel Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza che ha chiarito come dietro gli episodi dei tafferugli contro le forze dell’ordine non ci sia una regia unica, come paventato da più parti negli ultimi giorni. Le aggressioni e gli atti vandalici sono riconducibili – spiega il Viminale – “a gruppi antagonisti di destra e di sinistra, a esponenti delle tifoserie ultras e a elementi della criminalità” e “non sono emersi evidenti elementi su una regia unica”.

Quello che è chiaro ormai è che la situazione di crisi dovuta alla pandemia “sta assumendo una valenza totalizzante con riflessi inevitabili anche sul profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica”, come ha spiegato la stessa Lamorgese in aula. “Siamo consapevoli delle difficoltà che le misure emergenziali, sia governative che delle regioni, hanno determinato per gli italiani, soprattutto per alcune categorie – ha aggiunto – ma il governo è in costante ascolto delle voci di disagio”.

Ed anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha deciso di “indire specifiche audizioni relative alle tensioni sociali manifestate in questi giorni”. Durante l’informativa, inoltre, la Lamorgese ha tenuto a sottolineare che la “situazione nel Paese è seguita con la massima attenzione” affinché la “protesta non turbi ancor di più un clima già scosso dalla seconda ondata pandemica”.

Secondo la titolare del Viminale, le proteste hanno una “forte caratterizzazione territoriale” e si diffondo estemporaneamente attraverso i social network. A Milano, però, si è riscontrata una presenza maggiore di “giovani appartenenti al mondo del lavoro autonomo”. “Dei 28 denunciati – ha rivelato – 13 sono minorenni”, una peculiarità che è stata riscontrata solo nel capoluogo lombardo.

A far discutere, però, sono anche le immagini di un agente di polizia che, dopo aver fermato un uomo che stava scagliandosi contro una vetrina a Parma, lo ha colpito al volto con un calcio. Video diventato subito virale e che potrebbe costare all’autore del gesto anche la sospensione.

Intanto, in tutta Italia non accennano a placarsi sit-in e flash-mob di quella che viene considerata la “protesta civile”. “Fateci lavorare” è il coro unanime di ristoratori, gestori di palestre e bar. In piazza anche tassisti e ncc, da mesi ormai a ranghi ridotti a causa del crollo del turismo.

La Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, ha chiamato a raccolta gli iscritti che sono scesi in piazza “armati” di piatti e tovaglie, apparecchiando metaforicamente le strade d’Italia, da Napoli a Firenze, fino a Trieste e Bari. Proprio nel capoluogo pugliese, i ristoratori hanno chiesto inaspettatamente la chiusura totale “in maniera tale che si possa sopravvivere in questo momento e cercare di giocarci una chance per Natale”. Una data che sembra trasformarsi nell’ultima, flebile, speranza di una complicata ripresa.

(di Domenico Palesse) (ANSA)

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