Pace tra Israele e Sudan, è la terza in un mese

Sudan, scontri e morti nelle proteste per il pane. Immagine d'archivio.
Sudan, scontri e morti nelle proteste per il pane. Immagine d'archivio.

TEL AVIV. – Sospinta con la massima determinazione da Donald Trump, la pace fra Israele ed i Paesi della regione avanza a pieno ritmo. Ad appena un mese dalla firma degli accordi con gli Emirati Arabi Uniti e col Bahrein, oggi il presidente degli Stati Uniti ha annunciato la fine dello stato di belligeranza fra Israele e Sudan ed il raggiungimento di un accordo relativo alla normalizzazione delle relazioni. Lo slancio dell’amministrazione Usa non si ferma qui.

Parlando con i giornalisti subito dopo un colloquio telefónico col premier israeliano Benyamin Netanyahu e con i dirigenti del Sudan (Abdel Fattah al-Burhan ed Abdullah Hamdok) Trump ha anticipato che almeno altre cinque nazioni arabe sono interessate a raggiungere il “cerchio della pace”. “Ci aspettiamo che anche l’Arabia Saudita sia fra queste”, ha rivelato il presidente Usa, ribadendo di avere il massimo rispetto nei confronti del re Salman e del principe Mohammed bin Salman.

Subito dopo il colloquio con Trump, Netanyahu è apparso euforico in tv. “Oggi annunciamo un’altra svolta sensazionale verso la pace – ha esordito. – Un altro Paese arabo entra nel cerchio della pace: questa volta si tratta della normalizzazione fra Israele e Sudan. Che svolta gigantesca!”.

Netanyahu ha poi ricordato che proprio a Khartum, nel 1967, furono enunciati i “tre No” della Lega araba: “No alla pace con Israele, no al riconoscimento di Israele, no alle trattative con Israele. Oggi invece Khartum ci dice sì”, ha esclamato il premier. “Questo è l’inizio di una nuova era, un’epoca di vera pace”.

In casa palestinese l’annuncio del Sudan, che era nell’aria da tempo, ha sollevato costernazione e rabbia. “Un’altra pugnalata alla schiena”, ha commentato Wassel Abu Yussef, un dirigente dell’Olp, riferendosi ai precedenti di Emirati e Bahrein. “Un vero tradimento della Palestina”, ha affermato la Jihad islamica. L’attenzione dei palestinesi è ora focalizzata sulle elezioni statunitensi di novembre, nella speranza che Trump ed il suo “Accordo del secolo” ne escano sconfitti.

Per raggiungere queste intese l’amministrazione Trump ha giocato a tutto campo. Innanzi tutto ha annunciato che il Sudan sarà rimosso dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo, cosa che gli consentirà di ricevere aiuti economici di cui ha grande bisogno.

Ha spianato la strada ad importanti forniture militari (fra cui aerei F35) agli Emirati, dopo che questi ultimi si sono impegnati a persuadere il Sudan. E ha superato la contrarietà a quelle forniture espressa da Netanyahu, assicurando ad Israele un sostegno militare tale da garantire la sua superiorità regionale “per i prossimi decenni”, secondo quanto ha riferito il ministro della Difesa Benny Gantz.

A breve delegazioni di Israele e Sudan si incontreranno per mettere a punto numerosi progetti di cooperazione. Uno dei temi in agenda riguarda l’immigrazione: Israele spera infatti di poter indurre adesso a tornare in Patria decine di migliaia di cittadini sudanesi stabilitisi illegalmente nel proprio territorio negli ultimi anni.

(di Aldo Baquis/ANSAmed)

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