Covid in Vaticano, tredici Guardie svizzere positive

Bicentenario Gendarmeria, 2 secoli servizio Papi

ROMA. – Il coronavirus corre in Italia e anche il Vaticano torna a fare i conti con il virus. Lo Stato pontificio, che fino a qualche giorno fa era ormai completamente covid-free, registra altre positività tra le Guardie Svizzere. In seguito al contagio accertato di 4 Guardie ormai due settimane fa, il Vaticano ha disposto test su tutto il Corpo dell’esercito più piccolo del mondo.

Sui 135 membri, ben 13 sono risultati positivi, vale a dire il 10%. Per la maggior parte sono comunque asintomatici e nessuno è per il momento ricoverato in ospedale, ma sono tutti in isolamento. “Non tutte le guardie mostrano necessariamente dei sintomi come febbre, dolori alle articolazioni, tosse e perdita dell’olfatto – si legge nella nota diffusa dal Vaticano -.

La salute delle guardie è monitorata in collaborazione con la Direzione di Sanità ed Igiene del Vaticano DSI. Speriamo in una pronta guarigione in modo che le guardie possano riprendere il servizio nel migliore dei modi, in salute ed in sicurezza”.

In Vaticano già da un un paio di settimane sono state varate prescrizioni anti-contagio più stringenti, a partire dall’obbligo di mascherina al chiuso e anche all’aperto, come avviene in Italia. Nelle udienze viene chiesto il distanziamento e dispenser con il gel idroalcolico sono disseminati un po’ ovunque.

Massima attenzione, ovviamente, alle condizioni di salute di papa Francesco che proprio in questi giorni ha deciso di evitare i contatti con la folla, compresi abbracci e carezze. Inoltre il Pontefice indossa ormai da tempo la mascherina e sta limitando al massimo gli incontri pubblici.

Solo il 6 ottobre scorso, però, ha visto a Santa Marta il nunzio apostolico in Australia, monsignor Adolfo Tito Yllana, per avere alcuni chiarimenti in merito all’inchiesta che ha travolto il cardinale George Pell. Al suo rientro a Canberra, il prelato si è messo in autoisolamento scoprendo poi, lunedì scorso, di aver contratto il virus. Secondo quanto riportato dalla stampa australiana, non è escluso che Yllana abbia contratto il Covid in Italia.

Le autorità australiane e vaticane sono state, ovviamente, subito avvertite e, con ogni probabilità, sono partiti i controlli del caso anche sulle condizioni di Francesco. La positività del nunzio è stato il primo caso di Covid in Australia dopo un periodo di zero contagi che durava ormai da 100 giorni.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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