Allerta attentati in Francia, “aeroporti nel mirino”

Un passeggero passa davanti alla vetrata dell'aeroporto Charles de Gaulle Roissy, fuori Parigi.
Un passeggero passa davanti alla vetrata dell'aeroporto Charles de Gaulle Roissy, fuori Parigi. EPA/IAN LANGSDON

PARIGI.  – I servizi francesi lanciano l’allerta, nel Paese c’è una situazione di grande tensione dopo la decapitazione del professor Samuel Paty, che sembra poter sfociare in un attentato. C’è fibrillazione ai massimi livelli della sicurezza, soprattutto per l’arrivo di segnali precisi di possibili azioni “contro aeroporti, in particolare quello mparigino di Charles de Gaulle, e istituzioni francesi”, spiega mall’ANSA una fonte della sicurezza a Parigi.

“Il volto della battaglia per la libertà della Francia” è diventato quello del professor Paty, decapitato davanti alla sua scuola per aver mostrato in classe le caricature di Maometto durante una lezione sulla libertà d’espressione. Lo ha detto ieri il presidente Emmanuel Macron con parole cariche di emozione, che hanno fatto vibrare tutti i francesi.

Macron e il governo, nelle ore successive all’attentato, hanno voluto usare subito il pugno duro: retate nelle case di familiari, amici, fiancheggiatori, e molti – a cominciare dagli studenti del professore ucciso – sono finiti in stato di fermo e sotto torchio. Associazioni filoislamiche sono state chiuse per il sospetto appoggio o fiancheggiamento del terrorismo. Sbarrata anche la moschea di Pantin, una delle più popolari nella banlieue di Parigi.

La stretta del governo può scatenare una reazione ancora più forte da parte dei gruppi terroristici? “Attacchi sul tipo di quelli al Bataclan o a Charlie Hebdo del 2015 – spiega la fonte della sicurezza – sembrano difficili da riproporre oggi, dal momento che servono mezzi, logistica e uomini adatti che, allora, l’Isis era in condizioni di fornire, ed oggi no. Ma la Francia teme egualmente un’escalation dopo la decapitazione, che era stata preceduta un paio di settimane prima dall’accoltellamento di due persone davanti alla ex redazione di Charlie Hebdo”.

Anche in quel caso, l’attentato – benché mirato a un obiettivo sbagliato poiché la redazione di Charlie Hebdo si è da tempo trasferita in luogo protetto e segreto – fu originato dalle caricature di Maometto che i giornalisti del settimanale avevano voluto riproporre in apertura del maxiprocesso ai fiancheggiatori della strage del gennaio 2015 che decimò la redazione.

Le stesse fonti che hanno riferito questi timori dei servizi francesi richiamano l’attenzione sul fatto che “queste azioni si inseriscono in uno scenario di grande tensione in banlieue, sfociata nelle ultime settimane in diversi agguati contro auto della polizia e persino, un paio di settimane fa, in un clamoroso attacco con razzi di mortaio per fuochi d’artificio contro un commissariato”.

Tutto ciò, può prefigurare “una situazione in cui queste periferie, in gran parte abitate da musulmani, possano esplodere con una saldatura della rivolta sociale e anti-polizia”, molto presente in Francia negli ultimi tempi e non solo nel periodo delle manifestazioni dei gilet gialli, con l’insofferenza degli islamisti contro la pressione “laica” dello Stato francese.

Altro elemento emergente di difficoltà è “la possibile dispersione di luoghi di ritrovo e assembramenti” da parte della popolazione islamica che seguirà la chiusura di moschee e associazioni sospette: “Tanto più – aggiunge la fonte – che i divieti di raduno dettati dal governo contro la pandemia non sono rispettati in banlieue come nel centro di Parigi”.

Oggi, intanto, l’intero snodo ferroviario di Lione è stato bloccato per ore da un’allerta attentato per una donna in burqa che, piena di borse a tracolla e in mano, minacciava tutti gridando “Allah Akbar, vi faccio saltare in aria!”. Sono intervenute le forze antiterrorismo del Raid, gli artificieri, le unità cinofile, per scoprire che si trattava di un falso allarme. La donna è stata fermata, non c’era traccia di esplosivo.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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