Fondi Lega, giudici: “Contabili uomini del partito”

Il Pm Stefano Civardi al termine dell'udienze al Riesame per Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due revisori in Parlamento per il Carroccio arrestati e che hanno chiesto la revoca della misura dei domiciliari.
Il Pm Stefano Civardi al termine dell'udienze al Riesame per Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due revisori in Parlamento per il Carroccio arrestati e che hanno chiesto la revoca della misura dei domiciliari. Milano 29 Settembre 2020. ANSA / MATTEO BAZZI

MILANO. – Anche per il Tribunale del Riesame di Milano, come già avevano fatto notare i pm, la presunta vendita gonfiata del capannone per la Lombardia Film Commission potrebbe essere stata solo “un’operazione marginale”. E si deve indagare ancora, dunque, su “più delicati settori” in cui ha operato “il ‘pool’ dei commercialisti” vicini alla Lega, composto da Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri.

Con quest’ultimo che, intanto, già nel suo primo interrogatorio si è sfilato dalle posizioni difensive tenute dagli altri due, facendo ammissioni sugli “accordi” presi tra loro “per ‘spartirsi’ i soldi” dell’affare immobiliare.

Questi ed altri dettagli, oltre alla conferma del quadro d’accusa, fatto di informative, testimonianze e intercettazioni, emergono dalle circa 60 pagine con cui i giudici del Riesame (Mannocci-Amicone-Peroni Ranchet) motivano in due ordinanze separate la conferma dei domiciliari, decisa il 2 ottobre, per Di Rubba e Manzoni, rispettivamente direttore amministrativo al Senato e revisore contabile alla Camera del Carroccio.

A loro nei giorni scorsi sono state sequestrate due villette sul lago di Garda, “reinvestimento” del profitto del peculato, ovvero di parte degli 800 mila euro incassati con la compravendita. Manzoni, scrive il collegio, “può certamente essere definito un ‘uomo di partito’ come il suo socio” Di Rubba ed è “l’allievo di Scillieri” che “ha fatto carriera in politica”, nonché legato al tesoriere della Lega Giulio Centemero (non indagato).

Un allievo che, a detta dei giudici, ha anche “superato” il “maestro”, tanto che le dichiarazioni rese da Luca Sostegni, presunto prestanome in carcere da luglio, e dallo stesso Scillieri “mostrano chiaro come la stessa iniziale ideazione della ‘operazione'” sul capannone “e il primo contatto con Scillieri risalgono proprio” a Manzoni.

Il Riesame mette nero su bianco che l’acquisto da parte di LFC, che era presieduta da Di Rubba, è stata una “messinscena” che aveva alla base la “preesistenza di un accordo collusivo”, in quanto appare “indubbio che le due parti contrattuali, la fondazione acquirente e la società Immobiliare Andromeda alienante (…) sono da ricondurre invece a un centro di interessi unitario”. L’unico fine sarebbe stato quello di drenare fondi pubblici.

E mentre l’attuale presidente di LFC Alberto Dell’Acqua ha spiegato che una perizia “ha confermato la congruità del valore economico dell’immobile”, l’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi, dopo il ‘timbro’ da parte del Riesame, sono pronti a chiedere il processo con rito immediato sul capitolo Film Commission.

Vanno avanti, invece, le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf che scavano, a partire da una miriade di segnalazioni di operazioni sospette, su presunti ‘fondi neri’ raccolti dai contabili per la Lega e che si incrociano con quelle genovesi sui famosi 49 milioni di euro spariti.

Il Riesame, inoltre, valorizza il fatto che Manzoni e Di Rubba, a fine maggio, come scritto dai pm, erano riusciti a raggiungere “subito i piani altissimi della politica a Roma” per un “incontro riservato”. Scillieri ha già iniziato a parlare con gli inquirenti anche di Francesco Barachetti, imprenditore indagato e molto vicino al Carroccio. Oltre che di quel contratto che servì solo per giustificare un passaggio di soldi nell’affare del capannone: “La pezza e la giustificazione di quella pezza – ha messo a verbale – sono frutto loro, non so dirle se di Di Rubba o di Manzoni (…) è una fattura per un’operazione inesistente (…) fanno parte degli 800”.

(di Igor Greganti/ANSA)