Confronto a colpi sondaggio, Di Maio chiede unità M5s

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista in una foto tratta da Facebook.
Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista in una foto tratta da Facebook.

ROMA. – Che sia un capo politico unico o un organo collegiale a dirigere la politica del M5s che uscirà dal suo “congresso” di novembre, poco importa. Allo stato dei fatti il confronto tra le diverse “correnti” del Movimento non può prescindere da quello tra i due principali competitor in campo: Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

Nessuno dei due ovviamente sì è formalmente candidato, pure se numerosi sondaggi ne testano ultimamente la forza rappresentativa: il dibattito sulla “governance” di questa forza politica è infatti ancora in pieno svolgimento (anche se la bilancia pende decisamente verso una soluzione collegiale). Ma entrambi hanno già enunciato i punti principali di quella che sarà l’agenda politica da perseguire in cui si riconoscono.

Luigi Di Maio, che ha fatto un grosso passo in avanti sulla strada del riconoscimentio della sua leadership “naturale”, può intanto contare anche su un sondaggio, informale, sul suo gradimento e soprattutto su un programma molto condiviso.

Quello uscito fuori dall’indagine affidata al sociologo Domenico De Masi che ha redatto un sondaggio sull’attuale cultura politica M5s, selezionando 15 esponenti del Movimento (nuovi, veterani, deputati, senatori, ministri, facilitatori) e sottoponendogli corposi questionari. Quella che ne è uscita è una “summa” di argomenti largamente condivisa nel movimento, insomma una base da cui partire per ricostruire il M5s su fondamenta non divisive.

“Chi vuole bene al Movimento oggi ha il dovere di unire la nostra comunità. Perché sono le divisioni quelle che ci hanno sempre fatto male” è la parola d’ordine di Di Maio che ha riconosciuto il documento del sociologo come la “mappa” per “una visione unitaria e di futuro, per tutto il Movimento”, che “raccoglie i nostri valori e che supera le logiche dei personalismi, che valorizza il gruppo e non il singolo”.

Poi ha indicato anche le direttrici di lavoro su cui basare la ricostruzione del Movimento: leadership collegiale, finanziamento diretto degli attivisti per le attività e organizzazione capillare nel territorio, alleanze programmatiche nei comuni e nelle Regioni e “chiaro” collocamento del M5s nella famiglia europea.

“Non presenterò né mozioni, né proposte singole, anche perché la discussione sarà partecipata e inclusiva, e il processo decisionale non alimenterà scontri” chiarisce Di Maio. Quanto al sondaggio che lo riguarda, ‘La Notizia’ ha commissionato all”istituto Lab21 un’indagine per valutare quanto varrebbe un suo partito: il risultato dice circa il 10%. Di questi voti l’80% circa arriverebbe da elettori M5s,ma un altro 10,4% da quelli del centrosinistra, di cui un po’ più dell’8% dal Pd.

Quanto a Di Battista, lui ha già organizzato per suo conto incontri a livello regionale con gli attivisti 5 Stelle, al di fuori delle assemblee che il Movimento riunirà a partire dal prossimo fine settimana. E di giorno in giorno si fa sentire con interviste o sui social per rimarcare quelli che sono i temi a cui il Movimento dovrebbe ispirare la sua azione: oggi è tornato ad invocare una legge “durissima” sul conflitto di interessi tra politica e finanza ma nei giorni scorsi ha già tuonato contro la permanenza delle nostre truppe in Afghanistan e altri temi fondativi per il M5s. Non ultimo quelle delle alleanze.

Quanto alla governance il “Dibba” ha aperto all’organismo collegiale ma ha chiarito: “so che una parte del M5S lo fa non per convinzione ma per timore che sia io il capo politico”.

(Di Francesca Chiri/ANSA)