Bolivia: Arce ristabilirà relazioni con Venezuela, Irán e Cuba

Il presidente eletto dei Bolivia Luis Arce alza il braccio in segno di trionfo dopo aver votato a la Paz.
Il presidente eletto dei Bolivia Luis Arce alza il braccio in segno di trionfo dopo aver votato a la Paz. EPA/JOEDSON ALVES

LA PAZ.  – Una delle prime iniziative di politica estera che adotterà in Bolivia il futuro governo del presidente eletto Luis Arce sarà il ristabilimento di relazioni con Paesi come Cuba, Venezuela e Iran.   In una intervista con l’agenzia di stampa spagnola Efe, Arce ha ribadito che “noi ristabiliremo tutte le relazioni.

Il governo uscente – ha sottolineato – ha agito molto ideologicamente privando il popolo boliviano dell’accesso alla medicina cubana, alla medicina russa, alle innovazioni della Cina”.

Il candidato presidente del Movimento al socialismo (Mas) ha assicurato di avere disposizione “ad aprire la porta a tutti i Paesi, con l’unica condizione che ci rispettino e rispettino la nostra sovranità, nulla di più”.

Dopo aver criticato gli errori della Missione di osservazione dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) nelle elezioni del 2019 che furono annullate e costrinsero il presidente Evo Morales all’esilio, Arce ha indicato che “saremo un governo ampio, aperto a ogni tipo di relazione internazionale con Paesi, organismi internazionali” con l’obiettivo di “far progredire la popolazione boliviana”.

Arce ha pure dichiarato di voler intrattenere un rapporto “pragmatico” con il suo omologo brasiliano, Jair Bolsonaro, e ha annunciato che rinegozierà il contratto di vendita del gas boliviano al Brasile.

I rapporti economici “tra i Paesi avvengono nonostante i governi, le differenze non mi riguardano, la questione che dobbiamo risolvere con il Brasile è la questione del gas”, ha detto Arce in un’intervista al quotidiano Folha de Sao Paulo.

A marzo la Bolivia ha firmato un nuovo accordo per esportare in Brasile 20 milioni di metri cubi di gas al giorno.

“Non siamo contenti del modo in cui il governo di Jeanine Añez ha negoziato la questione del gas con il Brasile, principalmente perché la questione non era di sua competenza”, ha affermato Arce.

“Il governo brasiliano deve capire, dopo aver sostenuto il governo de facto di Añez, che questo accordo sul gas manca di legittimità, noi vogliamo rivedere i contratti e farlo dal punto di vista del rapporto tra due governi democraticamente eletti”, ha concluso il presidente eletto della Bolivia.

Con lo scrutinio giunto all’86,15% del totale, Arce ha ottenuto il 54,02% dei voti, mentre il suo principale sfidante, il centrista Carlos Mesa (Comunidad Ciudadana), è al 29,51%.

Il risultato è completato dal candidato dei Comitati civici di Santa Cruz, Luis Fernando Camacho (Creemos), che ottiene per il momento il 14,38%.

I dati ufficiali vanno ben oltre le previsioni dei sondaggi realizzati nelle settimane precedenti il voto, che vedevano un possibile un ballottaggio fra Arce e Mesa, o una vittoria al primo turno dell’ex ministro dell’Economia di Evo Morales, ma di strettissima misura.

E sorpassano anche le valutazioni delle proiezioni diffuse la notte fra domenica e lunedì, per i quali Arce era al 52-53% e Mesa circa al 31%.

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