Spunta una chat tra il killer del prof e un papà

Una donna con un cartello 'Sono un'insegnante' vicino alla scuola del professore ucciso.
Una donna con un cartello 'Sono un'insegnante' vicino alla scuola del professore ucciso. ANSA/AFP/ Bertrand GUAY)

PARIGI.  – Adesso c’è una prova: il killer ceceno Abdullakh Anzorov, nei giorni precedenti l’assassinio del professor Samuel Paty, era stato in contatto con il genitore che guidava la protesta contro l’insegnante per aver mostrato in classe le caricature di Maometto.

Su whatsapp, gli inquirenti hanno trovato i messaggi che Anzorov si scambiava con il padre dell’allieva che della crociata contro il prof aveva fatto la sua priorità. La lotta all’islam radicale in Francia “si intensificherà”, ha promesso Emmanuel Macron, annunciando lo scioglimento di un’associazione pro-palestinese ritenuta “direttamente coinvolta” nel brutale omicidio del professore.

Ancora sotto shock, la Francia si appresta a rendere il suo omaggio nazionale in una cerimonia domani alla Sorbona. La première dame, Brigitte Macron, anche lei insegnante di professione, non potrà esserci: continua a non avere alcun sintomo ma si è auto-isolata dopo aver saputo di essere stata a contatto la settimana scorsa con una persona positiva al Covid.

Ma ha voluto scrivere una lettera da cui traspare tutta la sua emozione per quanto accaduto, dal titolo “Essere prof”: “Essere prof significa trasmettere e anticipare, preparare le lezioni con un’attenzione particolare, perché ogni lezione è importante – scrive la première dame, che per 30 anni è stata insegnante di francese -, significa individuare una luce che si è stati capaci di accendere negli occhi degli allievi, sviluppare il loro spirito critico per renderli liberi.

Tutto questo, Samuel, lei lo sapeva. E, meglio ancora, lo incarnava”. Oggi, omaggio anche dei deputati dell’Assemblée Nationale, tutti in piedi fuori dal parlamento a cantare la Marsigliese. A Conflans Sainte-Honorine, nuova marcia silenziosa in memoria di Samuel Paty.

Intanto, l’inchiesta avanza a grandi passi e il giro di vite “si intensificherà”, ha assicurato Macron. A cominciare da domani, quando il consiglio dei ministri decreterà lo scioglimento del collettivo filopalestinese Cheikh Yassine, guidato da Abdelhakim Sefrioui, noto integralista islamico e agitatore nelle moschee più radicali. Come quella di Pantin, in banlieue, che sarà chiusa come annunciato dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin.

É un duro colpo per i gruppi salafiti, che si vedono sciogliere anche associazioni sospette come BarakaCity, che ha fatto ricorso in giustizia, o il Ccif, Collettivo contro l’islamofobia in Francia.

Il governo sembra determinato ad andare fino in fondo e la ministra della Cittadinanza, Marlène Schiappa, ha ricevuto i rappresentanti in Francia di Facebook, Twitter, Youtube, Snapchat e Tiktok, per chiarimenti sulla diffusione online del video girato dal genitore a capo della protesta contro il professore.

Restano in stato di fermo 16 persone, mentre gli inquirenti cercano di capire dagli interrogatori con il genitore ormai al centro dei sospetti e con Sefrioui, che lo accompagnò al colloquio con la preside per chiedere il licenziamento di Samuel Paty, come sia stato influenzato giorno dopo giorno il diciottenne Anzorov fino al punto da decapitare, fuori dalla scuola, il professore di storia.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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