Caritas: “Donne e famiglie con bimbi i nuovi poveri”

Caritas, donne e famiglie con bimbi i nuovi poveri.
Caritas, donne e famiglie con bimbi i nuovi poveri.

ROMA. – Donne, famiglie con figli piccoli, italiani, persone che hanno un tetto sotto il quale dormire ma spesso non più un lavoro che gli consenta di arrivare alla fine del mese: è il nuovo identikit del ‘povero’ che oggi si rivolge alla Caritas. Un esercito che, a partire da marzo, quando l’emergenza Covid è esplosa in Italia, è andato via via ad aumentare anche con persone che non avevano mai avuto bisogno di un pacco alimentare o del pagamento di una bolletta scaduta.

Sul totale delle persone che negli ultimi sei mesi si è rivolta alla Caritas il 45% sono ‘nuovi poveri’. Tra loro anche piccoli commercianti e lavoratori autonomi che in passato non avevano mai pensato di dover vivere di beneficienza; la Caritas oggi ne aiuta oltre 2mila.

E’ la fotografia scatta dalla stessa Caritas nel Rapporto Povertà. E Papa Francesco ha invitato ancora una volta, oggi che si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, alla coesione e alla solidarietà.

“Abbiamo bisogno di far crescere la consapevolezza che oggi o ci salviamo tutti o nessuno si salva: la povertà, il degrado, le sofferenze di una zona della terra sono terreno di coltura di problemi che alla fine toccheranno tutto il pianeta”, ha sottolineato il Pontefice in un tweet.

Oggi dunque quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa.

Tra aprile e giugno le Caritas diocesane hanno assistito 450mila persone, registrando “un forte incremento” rispetto all’anno precedente. Tra i beneficiari prevalgono i disoccupati, le persone con impiego irregolare fermo a causa delle restrizioni imposte dal lockdown, i lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria o in deroga e i lavoratori precari o intermittenti.

Intanto sul fronte dell’assistenza ai più fragili, a Roma, dalla prossima settimana saranno attivati 50 posti nella residenza “Casa tra noi” per ospitare gli homeless e altri utenti fragili Covid positivi. È la prima iniziativa che nasce nell’ambito del protocollo d’intesa firmato tra Ifo-Regina Elena e San Gallicano, il Dipartimento delle politiche Sociali di Roma Capitale e l’Istituto di Medicina Solidale finalizzato a screening e assistenza socio-sanitaria delle persone con fragilità come i senza dimora, immigrati, minori stranieri non accompagnati che hanno difficoltà ad accedere ai percorsi sanitari se positivi e/o se dimessi perché non sanno dove proseguire la quarantena.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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