Le risposte del Ministero sul Dpcm: “Non manderemo la polizia a casa”

Un momento della movida a Campo dei Fiori durante la Fase 3 dell'emergenza per il Covid-19 Coronavirus, Roma
Carabinieri controllano la movida a Campo dei Fiori durante la Fase 3 dell'emergenza per il Covid-19 Coronavirus, Roma (Archivio). ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – “Sposatevi adesso, che così invitate al massimo 30 persone!”. E’ una delle tante battute – per non dire dei meme – che girano sul nuovo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) in funzione anti-Covid, che tornando a limitare per ragioni sanitarie la libertà degli italiani suscita dubbi, inquietudini e anche reazioni di insofferenza.

Soprattutto, domande. Le cosiddette Faq, Frequently Asked Questions, i quesiti posti più di frequente. Tanto che lo stesso Giuseppe Conte, in conferenza stampa, chiarisce i dubbi su uno di quelli più gettonati, le feste a casa: “Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni private – scandisce il premier -, però dobbiamo assumere comportamenti prudenti per gestire la fase”.

Sullo sfondo aleggia il già famigerato “spionaggio condominiale”, la ‘delazione’ sui vicini che organizzano troppo affollate cene o feste (che Conte ama chiamare ‘party’). Un meme sui social esorta a scaricare la App Infami, mentre l’indicazione seria del premier è di non farle per evitare rischi di contagio.

Ma ci sono anche altre questioni che angosciano i cittadini alle prese con le nuove limitazioni nella vita quotidiana, che nelle intenzioni del governo servono per tentare di evitare un nuovo lockdown totale.

SCUOLA

Sono vietate le gite, le attività fuori sede e i gemellaggi. La mascherina resta obbligatoria se non si può rispettare la distanza di un metro e comunque all’ingresso e all’uscita. Si può invece abbassare in condizioni di staticità, ossia se seduti al banco, fermo restando il distanziamento.

MASCHERINA

E’ obbligatoria anche all’aperto se si è vicini a non conviventi. Non è necessaria in macchina, in moto o in bici, se si è soli o con i propri parenti stretti. Chi fa sport all’aperto è esentato dall’uso della mascherina, ma non chi fa “attività motoria”. Ossia “la mera passeggiata e non la corsa – ha precisato il ministero dell’Interno -, anche quella svolta con finalità amatoriali, in quanto riconducibile ad attività sportiva”. La mascherina non è obbligatoria anche per i bambini sotto i 6 anni e per le persone con malattie e disabilità incompatibili con il suo uso.

FESTE, CERIMONIE E LA ‘REGOLA DEL 6’ IN CASA

E’ vietato tenere feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, i locali come bar, pub e ristoranti che le ospitano con “attività danzanti” rischiano pesanti sanzioni. Nelle abitazioni private “è fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi” in numero “superiore a 6”. Sono consentite, tuttavia, le cerimonie civili e religiose, a cui possono seguire celebrazioni con un massimo di 30 partecipanti.

CALCETTO E PALESTRE

“Non saranno più consentite le partite di calcetto e di basket che tanto ci piacciono”, ha detto il premier, aggiungendo che gli sport contatto saranno consentiti solo per le società professionistiche e dilettantistiche che rispettino i protocolli di sicurezza sanitaria. Le partitelle tra amici secondo il governo non garantiscono tali standard. Le palestre invece restano aperte.

MOVIDA

Si potrà continuare ad andare nei locali per consumare cibo e bevande, ma per tutti – dai ristoranti ai bar – scatta la chiusura a mezzanotte. Dalle ore 21 si potrà consumare solo seduti ai tavoli e non in piedi davanti all’ingresso. Restano possibili le consegne a domicilio e il ‘take away’, l’asporto.

SPETTACOLI

Resta il limite di 200 partecipanti al chiuso e di 1.000 all’aperto, con la distanza minima obbligatoria di un metro tra i posti e l’obbligo di assegnarli a sedere. Sono sospesi gli eventi in cui non è possibile mantenere le distanze. Per le gare sportive è ammesso il pubblico “con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1.000 spettatori” all’aperto e 200 al chiuso. Devono essere garantiti il distanziamento di un metro e la misurazione della temperatura corporea all’ingresso.

(di Luca Laviola/ANSA)

 

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