Camere e contagi, brivido quorum per votazioni

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha tenuto le comunicazioni al Senato della Repubblica in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre

ROMA. – Le quarantene rischiano di mettere in seria difficoltà il funzionamento del Parlamento. Costituzione e regolamenti parlamentari sono inflessibili su determinate maggioranze previste per far passare i provvedimenti tanto in Aula quanto in commissione a Montecitorio ed a Palazzo Madama, e non possono tener conto di chi non è nelle condizioni di partecipare ai lavori parlamentari perché si trova in isolamento o in quarantena. Un ‘busillis’ assolutamente non di poco conto che potrebbe creare notevoli problemi.

A fronte di contagi e quarantene, in Aula a Montecitorio sui provvedimenti ordinari si è ovviato alle assenze ricorrendo per infetti e isolati all’istituto della ‘missione’, che ha l’effetto di abbassare il numero legale e permette di far passare i provvedimenti a maggioranza semplice. Al Senato questo istituto si chiama ‘congedo’: in base al regolamento di Palazzo Madama possono esservi posti fino al 10% dei componenti dell’Assemblea in ciascuna seduta.

Ma non sempre questo escamotage funziona. Già la scorsa settimana i lavori di commissione al Senato erano stati sospesi quando erano stati individuati due senatori contagiati dal Covid-19: si sono così dilatati i tempi di esame del dl Agosto, che la Camera ha potuto convertire praticamente all’ultimo minuto e senza poterne toccare il testo. Il nodo potrebbe venire seriamente al pettine nelle prossime ore in entrambi i rami dei Parlamento.

Tra mercoledì e giovedì, infatti, entrambe le Camere saranno chiamate a votare la Relazione sulla autorizzazione allo scostamento di bilancio. Un voto particolarmente a rischio: sia l’articolo 81, secondo comma della Costituzione, sia la legge “rinforzata” n. 243 del 2012 (una cosiddetta “legge superprimaria” in quanto prevista dall’art. 81 della Carta) prevedono che questo provvedimento propedeutico al ricorso ad un maggiore indebitamento – anche per fronteggiare l’emergenza – sia approvato senza alcuna eccezione a maggioranza assoluta dei componenti delle Camere.

A Montecitorio il ‘magic number’ richiesto per far passare l’allargamento dei cordoni della borsa è di 316 voti a favore, mentre al Senato è di 161. Numeri probabilmente complicati da raggiungere in autonomia dalla maggioranza “menomata” da contagi e quarantene, i cui numeri sono in continua evoluzione e possono cambiare in un attimo.

Dalla maggioranza si tende a far passare un messaggio rassicurante. “Alla fine i numeri ci saranno”, viene spiegato. E tuttavia l’apprensione non manca. Al momento, a Palazzo Madama, sarebbero ancora cinque i senatori costretti all’isolamento, mentre alla Camera il ‘bollettino’ registra un deputato in più rispetto ai 20 (di cui 17 delle maggioranza) conteggiati ieri.

Le Giunte per il Regolamento (quella di Montecitorio è convocata per giovedì, proprio dopo la votazione sullo scostamento di bilancio) possono fare ben poco: come detto, si tratta di quorum stabiliti dalla Costituzione.

Allo studio, invece, altri interventi che possano prevalentemente incidere sulle commissioni anche se a qualsiasi ipotesi di voto a distanza l’opposizione ed IV si oppongono. Anche se Stefano Ceccanti ribadisce che la proposta in tal senso ha raccolto fino ad ora 108 firme alla Camera. E diventa complicato pensare ad un “soccorso” dell’opposizione: si determinerebbe una maggioranza diversa su un atto qualificante del governo di cui il Capo dello Stato sarebbe indotto a conseguenti valutazioni.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

Lascia un commento