La Cei ‘benedice’ la correzione ai Decreti sicurezza

Migranti in transito.
Migranti in transito. (Vatican News)

ROMA. – La Chiesa italiana ‘benedice’ le novità decise per i cosiddetti decreti sicurezza. La Caritas e la fondazione Migrantes, i due enti della Cei in prima linea nell’aiuto agli immigrati, accolgono “con viva soddisfazione” il recente via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legge contenente disposizioni urgenti in materia di immigrazione.

“Molte delle raccomandazioni contenute nel Rapporto hanno sottolineato, nei vari temi affrontati, l’importanza di favorire i percorsi di regolarità dei cittadini migranti nel nostro Paese”.

Lo affermano nel Rapporto Immigrazione 2020 che è stato presentato oggi alla stampa. Un dossier fitto di dati e numeri che vuole confutare un po’ di luoghi comuni. “Oltre ad offrire un rimedio alla scarsa conoscenza del complesso fenomeno migratorio, si oppone anche ai pregiudizi, generatori di un clima di diffidenza che sfocia, come sappiamo – ha sottolineato il segretario generale Cei, mons. Stefano Russo -, in atteggiamenti di disprezzo e di violenza. Simili gesti e sentimenti sono contrari alla vita cristiana”.

Il Rapporto fotografa la situazione e affronta a 360 gradi i vari aspetti della vita di 5.306.548 persone che risiedono in Italia, l’8,8% della popolazione. Un trend per decenni in crescita e ora invece in calo. Dal lavoro allo studio, passando per la fede che per oltre uno su due degli immigrati in Italia è cristiana.

Il Covid ha chiaramente cambiato la vita anche degli immigrati e dei ‘nuovi poveri’ che da marzo hanno bussato per la prima volta alla porta della Caritas, 1 su 3 è straniero. Anche perché la burocrazia per accedere alle misure, già complicata per gli italiani, è diventata spesso un muro insormontabile per molti stranieri. Quando addirittura invece non c’è stata “una precisa volontà di esclusione della platea straniera – affermano Caritas e Migrantes -, dettata quasi sempre dalle istanze politico-ideologiche degli amministratori locali”.

Nel Rapporto si respinge, dati alla mano, la vulgata secondo la quale gli immigrati abbiano causato un allarme sanitario. Tra maggio e giugno di quest’anno solo lo 0,4% dei 59.648 stranieri del sistema di accoglienza per richiedenti asilo è risultato positivo al Covid-19. Al 22 aprile 2020 in Italia su 179.200 persone diagnosticate, solo il 5,1% era attribuibile a individui di nazionalità straniera.

“Non c’è stato dunque in questi mesi – sottolineano – alcun allarme sanitario ricollegabile alla presenza di cittadini stranieri”. Al di là dell’emergenza sanitaria, Caritas e Migrantes tornano a chiedere anche un accesso più rapido alla cittadinanza: il 64,4% degli alunni stranieri è nato il Italia “ma non ha la cittadinanza”, sottolineano evidenziando dunque “la necessità di intervenire a modificare una vecchia legge, superando gli ostruzionismi politici, che legano i minori ad un fenomeno a sua volta ostaggio della politica; ovvero utilizzato per provocare o, al contrario, evitare, conflitto politico”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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