Guerra Rousseau-M5S per blog, gelo Di Battista sulle Comunali

Davide Casaleggio in una recente immagine d'archivio.
Davide Casaleggio in una recente immagine d'archivio. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – A metà pomeriggio, quando il trend dei ballottaggi assume una certa concretezza, Luigi Di Maio sceglie di fare un “blitz” nella sua Pomigliano D’Arco. Lì, alle pendici del Vesuvio, l’ex capo politico si è giocato sin dall’inizio la carta dell’alleanza con il Pd. Una carta che, inesorabilmente, allontana ancor di più chi, come Alessandro Di Battista, paragona il Pd alla “Morte nera”.

Ma la “vittoria” della linea governista non stabilizza il caos interno pentastellato. Un caos che, dal palco della politica, rischia di trasferirsi nei tribunali. A farsi la guerra sono l’Associazione Roussau e lo stato maggiore del Movimento. E la posta in palio è alta: è composta dal blog delle Stelle e dal simbolo stesso dei pentastellati.

A scuotere il Movimento, in mattinata, è ancora una volta l’Associazione Rousseau: “Il Blog delle Stelle (come riporta anche la privacy policy del Blog) è il blog ufficiale sia del Movimento 5 Stelle che dell’Associazione Rousseau. Pertanto Davide Casaleggio è pienamente titolato a pubblicare i suoi articoli sul Blog”, si legge nella nota che fa seguito al lungo post con il quale Davide Casaleggio incendiava il weekend annunciando il suo addio se i 5 Stelle si trasformeranno in partito.

Alla nota di Rousseau, questa volta, il Comitato di Garanzia non replica. Tra i pentastellati, tuttavia, balza agli occhi un punto. Nella privacy policy del blog si legge che il “sito www.ilblogdellestelle.it, rappresenta il blog ufficiale del Movimento 5 Stelle e dell’Associazione Rousseau”. Ma nella categoria “mission” la versione è diversa: “Il Blog delle Stelle è il blog ufficiale del MoVimento 5 Stelle” ed è “gestito dall’Associazione Rousseau”.

La nota di Rousseau, spiega una fonte del M5S, è la certificazione stessa dell’inadeguatezza dello status quo, dove lo strumento di comunicazione di una forza politica lo è anche di un’altra associazione che dovrebbe fornire solo servizi. Ma sciogliere il nodo ora è quasi impossibile vista l’assenza di dialogo tra le parti.

E sale il rischio di una battaglia a colpi di regolamenti e, chissà, anche di azioni legali. Con l’ipotesi che, nel mirino di Rousseau, finisca anche il Comitato di Garanzia composto per 2/3 (Vito Crimi e Giancarlo Cancelleri) da membri che ricoprono anche incarichi di governo. Sullo sfondo c’è il tema del simbolo. “Lo statuto parla chiaro, l’uso spetta al capo politico”, mette in chiaro Manlio Di Stefano, membro di quella “corrente” che non vuole rinunciare a Rousseau ma, al tempo stesso, sottolinea il primato dell’esponente politico sulla rete.

Nel frattempo, mentre i governisti celebrano la linea del dialogo dai gruppi, all’orizzonte si staglia già il nodo Virginia Raggi, ricandidata sindaco, con l’ok del capo politico, ben prima che Di Maio lanciasse il tavolo delle alleanze alle Comunali. Tavolo che potrebbe deflagrare già a Roma, con il M5S che rischia di trovarsi di fronte a un bivio: concordare con i Dem un candidato sindaco o appoggiare, senza il Pd, la Raggi.

Intanto, sulla spinta dei “puristi” sale il pressing per il conflitto di interessi, sul quale è atteso l’ok al testo base in commissione alla Camera. “E’ uno dei punti che abbiamo inserito nell’accordo di governo”, sottolinea il capogruppo Davide Crippa, consapevole della contrarietà al testo che serpeggia non solo in Iv ma anche nel Pd.

E Di Battista? Accoglie i risultati dei ballottaggi in gelido silenzio, al pari di Barbara Lezzi o di Ignazio Corrao. Mentre l’eurodeputato Piernicola Pedicini, in vista del voto di fiducia sul dl agosto, accusa in membri del governo di aver stoppato un emendamento del Movimento che cancellava l’aumento di 90 milioni sui finanziamenti all’editoria. “Gli Stati Generali si faranno”, assicurano i vertici del M5S. Ma il punto è che quell’appuntamento potrebbe davvero certificare la scissione del Movimento.

(Di Michele Esposito/ANSA)

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