MILANO. – La Cina prova a tenere testa al Covid con una ripresa economica a “V”, grazie ad un recupero dei consumi e una sostenuta ripresa degli investimenti.
La fotografia dell’andamento dell’economia cinese è stata scattata dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che rivede al rialzo le previsioni di crescita del Pil da 1% a 2,1% nel 2020 mantenendo invariata la riaccelerazione a 7,6% nel 2021.
Il tasso di crescita del prodotto interno lordo è tornato in territorio positivo a 3,2% annuo nel secondo trimestre dopo una diminuzione del 6,8% annuo nel primo trimestre. La ripresa dell’attività economica della Cina è “apparentemente a V e superiore alle attese”, ed è stata supportata da un recupero degli investimenti, per lo più statali, concentrato nel settore immobiliare e nelle infrastrutture.
Al contrario, l’andamento dei consumi privati, seppur in miglioramento rispetto al primo trimestre, è rimasto debole, così come quello della spesa pubblica.
Dal lato dell’offerta la ripresa, secondo le stime di Intesa Sanpaolo, è stata guidata dall’industria e dalle costruzioni mentre la dinamica del settore dei servizi è rimasta più contenuta e disomogenea.
La produzione industriale è accelerata in linea con l’aumento degli ordini e l’andamento degli investimenti rimane “incoraggiante soprattutto grazie alla crescita robusta degli investimenti immobiliari e nelle infrastrutture, supportata dall’accelerazione del credito e dall’aumento della spesa dei governi locali”.
La Banca Popolare Cinese, intanto, lascerà invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento da qui a fine anno. Nel report si ipotizza anche un “taglio mirato e condizionato del coefficiente di riserva obbligatoria a cavallo d’anno”.
“Non escludiamo – si legge – un abbassamento dei tassi sulle operazioni di rifinanziamento limitato a 20pb nella prima metà del 2021”.
(di Massimo Lapenda/ANSA)