I “guai” giudiziari di Salvini a Palermo

Migranti sul molo del porto, sbarcati dalla Open Arms.
Migranti sul molo del porto, sbarcati dalla Open Arms.

PALERMO. – Non c’è solo l’udienza preliminare a Catania per il caso Gregoretti tra i “guai” giudiziari di Matteo Salvini, legati al “pugno duro” sui migranti quando il leader della Lega era alla guida del Viminale. Un’altra richiesta di rinvio a giudizio è in arrivo nei prossimi giorni.

Il tempo necessario alla Procura di Palermo per individuare le “persone offese” dal reato e notificare loro gli atti. Già la prossima settimana i pm potrebbero chiedere il processo per l’ex ministro dell’Interno, indagato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per la vicenda della nave spagnola Open Arms, l’imbarcazione dell’ong catalana che ad agosto del 2019, a seguito del divieto di attracco deciso da Salvini, rimase per giorni a largo di Lampedusa con 164 profughi soccorsi in mare.

A novembre scorso il tribunale dei Ministri di Palermo ricevette dalla Procura del capoluogo la richiesta di procedere a indagini preliminari nei confronti del leader della Lega. A febbraio la decisione del collegio di chiedere al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro. Dopo il sì di Palazzo Madama la palla è tornata alla Procura di Palermo.

Nel provvedimento, con il quale il tribunale dei Ministri accolse sostanzialmente la ricostruzione dei pm palermitani, si affermò il principio dell’obbligo di prestare soccorso in mare e si definì come “amministrativo” e non politico l’atto di vietare l’approdo ai migranti disposto da Salvini.

La decisione di non far sbarcare a Lampedusa i 164 migranti soccorsi, secondo il tribunale dei Ministri, fu un atto deciso dall’allora ministro dell’Interno individualmente, quindi non “condiviso” con gli altri esponenti del Governo. La nave della ong Catalana rimase 20 giorni ferma davanti all’isola, furono, poi, i magistrati di Agrigento, in seguito a un’ispezione a bordo, a ordinare lo sbarco d’urgenza dei profughi.

Il fascicolo venne trasmesso alla procura di Palermo, competente in quanto si ipotizzarono responsabilità penali dell’allora ministro. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio il procedimento verrà celebrato davanti al gup per l’udienza preliminare e seguirà le vie ordinarie. Il giudice potrà disporre il processo a carico del leader della Lega, che sarà a quel punto giudicato dall’autorità giudiziaria ordinaria, o il proscioglimento.