Biden avanti in sondaggi. Scontro su regole duelli tv

Il presidente eletto Joe Biden. (Ansa
Il presidente eletto Joe Biden. (Ansa)

WASHINGTON. – Spegnere i microfoni al candidato che sfora i tempi previsti per le risposte o interrompe l’avversario sul palco. Togliere l’audio alle prime scintille per evitare che il confronto sfugga di mano al moderatore. Questa la principale ipotesi a cui si lavora per disciplinare i prossimi dibatti presidenziali tra Donald Trump e Joe Biden (quelli del 15 ottobre a Miami e del 22 a Nashville), dopo il caos andato in onda nel corso del primo duello tv tra i due sfidanti.

Ma sul cambio di format si profila un nuovo scontro tra le campagne dei due candidati alla Casa Bianca. “Perché dovrei consentire alla commissione di cambiare le regole per il secondo e terzo dibattito quando ho facilmente vinto il primo?”, ha twittato il presidente americano. Ben sapendo che a spingere per una revisione è proprio Joe Biden.

Anche se la notte da incubo fatta di offese e di insulti al momento sembra penalizzare proprio il presidente in carica. Biden infatti, nei primi sondaggi pubblicati dopo la bufera di martedì sera e a un mese esatto dal voto, resta saldamente in vantaggio. Non solo, i numeri dicono anche che l’ex vicepresidente è messo molto meglio di Hillary Clinton quattro anni fa.

Trump paga dunque al momento il prezzo più caro della baraonda televisiva che ha indignato l’America intera e causato un danno di immagine non da poco agli Usa nel mondo. E paga anche quell’ambiguità sul fronte del suprematismo bianco che durante il dibattito si è rifiutato di condannare esplicitamente, alimentando invece timori per i suoi riferimenti a gruppi e milizie della destra estrema e razzista.

Un comportamento che anche i vertici del partito repubblicano hanno definito “inaccettabile”, a partire dal leader del Senato Mitch McConnell.

Così Biden, secondo i dati pubblicati nelle ultime ore da Economist e YouGov, è avanti di 8 punti sull’attuale inquilino della Casa Bianca con il 50% dei consensi, mentre Trump è fermo al 42%. E secondo i dati di Cnbc e Change Research il vantaggio si allunga a 13 punti. Per il sito specializzato RealClearPolitics, che fa la media dei principali sondaggi, il candidato democratico guida ora con un distacco di 7,2 punti, avanti anche in tutti gli Stati chiave come la Florida, la Pennsylvania o quel Wisconsin che nel 2016 diede a Trump la vittoria finale. E con il presidente in carica in bilico anche in Stati tradizionalmente repubblicani come il Texas o la Georgia.

Ancora, secondo il sito FiveThirtyEight del mago delle previsioni Nate Silver, Biden ha adesso il 79,8% di chance di vittoria contro il 19,7% di Trump. Se si votasse oggi, infatti, il candidato democratico incasserebbe 352 grandi elettori sui 270 necessari. Ma il dato più interessante è quello del New York Times, secondo cui a livello nazionale Biden è avanti di 7 punti: e se anche i sondaggi si sbagliassero nella misura di quattro anni fa, quando davano la Clinton vincente, l’ex vicepresidente sarebbe comunque avanti di 4 punti.

Ma in casa dem si predica prudenza. Ancora brucia quanto accaduto nel 2016. Mentre Trump medita su come imprimere una svolta nel rush finale della campagna elettorale, con la cartadel vaccino anti-Covid che nelle sue speranze dovrà esserequella ‘October surprise’ che tradizionalmente garantisce una spinta finale verso il voto. Intanto la Casa Bianca è costretta a difendersi, spiegando come Trump è “il presidente che più di ogni altro ha condannato il suprematismo bianco”.

Mentre, come emerge dalle indiscrezioni in ambienti federali, i Proud Boys – il gruppo militante di estrema destra citato da Trump nel corso del dibattito – vengono considerati un’organizzazione pericolosa dalle forze dell’ordine, una minaccia per le minoranze e per gli stessi agenti della polizia e una fonte di disinformazione e di diffusione delle teorie del complotto.

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