Vaccino Covid di Moderna, buona risposta sugli anziani

L'ingresso dell'azienda di biotech Moderna a Norwood. Massachusetts. USA
L'ingresso dell'azienda di biotech Moderna a Norwood. Massachusetts. USA EPA/CJ GUNTHER

ROMA. – Gli anziani, insieme agli operatori sanitari, sono i soggetti cruciali da vaccinare una volta che sarà disponibile l’immunizzazione contro il Covid, ed è quindi fondamentale che rispondano bene al vaccino. In questo senso sono molto positivi i risultati dei test di fase 1 di quello messo a punto dall’azienda statunitense Moderna, uno di quelli arrivati alla fase 3 della sperimentazione. Somministrato agli anziani, spiega lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, suscita una risposta immunitaria paragonabile a quella indotta negli adulti.

Lo studio riguarda 40 adulti sopra i 56 anni, a cui sono state somministrate due dosi a circa un mese di distanza. “La risposta anticorpale appare simile a quella già documentata in chi ha ricevuto il vaccino tra i 18 e i 55 anni – si legge nell’articolo -, ed è superiore alla media di un gruppo di controllo di persone che hanno donato il plasma da convalescenti”.

Secondo la ricerca gli effetti collaterali del vaccino sono ‘prevalentemente lievi o moderati’, con mal di testa, stanchezza e dolore nel punto dell’iniezione che sono risultati i più frequenti, mentre si è registrato un caso di febbre sopra i 39 gradi e uno di stanchezza tale da non riuscire per qualche giorno a compiere le azioni quotidiane.

Il vaccino è uno di quelli nel ‘gruppo di testa’ tra quelli allo studio, all’ultima fase della sperimentazione insieme ad altri sei secondo il monitoraggio dell’Iss aggiornato al 14 settembre.

Buone notizie arrivano anche sul fronte delle future terapie. Sono stati scoperti due ‘super anticorpi’ che bloccano l’ingresso del virus SarsCov2 nelle cellule: agiscono con meccanismi leggermente diversi fra loro e se somministrati in piccole dosi, singolarmente o insieme, riescono a prevenire l’infezione nei topi.

Il risultato è pubblicato su Science da un gruppo internazionale guidato dall’Università di Washington, a cui hanno partecipato anche Massimo Galli, Agostino Riva e Arianna Gabrieli dell’Ospedale Sacco di Milano, e conferma che la strategia è una di quelle più promettenti nella lotta contro il virus. Ad esempio l’azienda Regeneron ha annunciato che i risultati dei test del proprio cocktail di anticorpi sono positivi, e che il mix riduce la carica virale nei pazienti.

La strategia è molto promettente anche per Rino Rappuoli, direttore scientifico e responsabile dell’attività di ricerca e sviluppo esterna presso Gsk Vaccines di Rosia (Siena). “Abbiamo ottenuto anticorpi potentissimi – ha detto Rappuoli, secondo cui le prime dosi di vaccino potrebbero arrivare già a fine 2020 – che sono nella fase di sviluppo industriale e con cui speriamo di poter contribuire presto a contenere questa pandemia”.

(di Pier David Malloni/ANSA)

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