Allarme redditi per Covid, 1.250 euro in meno a famiglia

Coronavirus in Italia: turisti e romani al mercato di Porta Portese domenica mattina.
Coronavirus in Italia: turisti e romani al mercato di Porta Portese domenica mattina. ANSA / MAXIMUM PERCOSSI

ROMA. – La “rinnovata fiducia” che “anche la fase più acuta della pandemia ci lascia in eredità” e “l’agire dei nostri cittadini che fa parlare in tutto il mondo di un modello Italia” rivendicato anche dal premier Giuseppe Conte, consegna però un conto salato alle famiglie dal punto di vista economico.

Secondo uno studio dell’Ufficio Economico di Confesercenti – condotto sulla base di elaborazioni sui dati Istat, Svimez e SWG – infatti, Cig, bonus e sostegni fiscali “non bastano a mettere al riparo i redditi degli italiani dalla tempesta Covid. E, nonostante la mole di aiuti introdotta dallo Stato, alla fine dell’anno le famiglie si troveranno a perdere ciascuna in media 1.257 euro l’anno, per un totale di 32 miliardi di euro di reddito annuale, bruciati dall’emergenza sanitaria e dal conseguente rallentamento economico”.

Il calo dei redditi, spiega lo studio, “coinvolge tutto il territorio nazionale, ma con forza diversa. A registrare le perdite più consistenti sono le famiglie dell’Emilia-Romagna, che in media lasciano sul campo -2.202 euro di reddito, il 6,4% del totale annuale. Profondo l’effetto anche sui redditi di Marche (-3,8%, pari a -1.979 euro a famiglia), Piemonte (-5,3%, o -1.619 euro) e Valle d’Aosta (-5,1%, -1.658 euro). Più resilienti, invece, la regione Puglia, che vede la perdita di reddito ridursi al -1,8%, per un rosso di -488 euro a famiglia, e la Liguria (-2,8%, pari a -897 euro)”.

Non tutte le tipologie di lavoratori, però, avverte Confesercenti, “sono colpite allo stesso modo. A soffrire di più sono i redditi da lavoro autonomo e da lavoro dei dipendenti privati, che registrano flessioni rispettivamente del -13% (-40 miliardi) e dell’11% (-62 miliardi), per una perdita totale di oltre 100 miliardi di euro.

A compensare il crollo, l’aumento dei trasferimenti di Stato, che quest’anno dovrebbero incidere positivamente sui redditi per quasi 70 miliardi di euro per effetto di provvedimenti pre-Covid (Quota 100, Reddito di cittadinanza, aumenti previsti delle pensioni, incrementi contrattuali dei dipendenti pubblici), e Cig, bonus, redditi d’emergenza, crediti di imposta e gli altri sostegni introdotti per tamponare l’emergenza. Un fiume imponente di risorse che, però, non basta a ripianare completamente le perdite”.

Un problema in particolare per il mercato interno, “visto che gli italiani hanno risposto alla riduzione dei redditi incrementando la prudenza. E fanno le formiche, aumentando il risparmio e praticando tagli draconiani alla spesa. Che, nel solo semestre trascorso a partire dal lockdown, è scesa di -2.304 euro. Anche in questo caso, però, si evidenziano differenze regionali: le perdite massime si rilevano in Valle d’Aosta (-2.915), Veneto (-2.910 euro) e Toscana (-2.820)”.

“Le misure messe in campo dal Governo fino ad ora hanno evitato il peggio, ma è necessario continuare ad intervenire a sostegno delle imprese e delle famiglie”, commenta Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti. “Il lockdown è finito, ma la ripresa non è ancora iniziata. L’emorragia di reddito dei lavoratori autonomi e dei dipendenti privati, pur attenuata in quest’ultimo caso dalla Cig, dimostra le persistenti difficoltà delle imprese e, di conseguenza, del mondo del lavoro.

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