Sgominata gang Ak-47 a Bologna, esultavano su TikTok

Nella foto fornita dalla Polizia di Stato il tatuaggio sul braccio di un AK-47.
Nella foto fornita dalla Polizia di Stato il tatuaggio sul braccio di un AK-47.

BOLOGNA. – Hanno tra 16 e i 25 anni, sono di origine pakistana e residenti in periferia, dalla Bolognina alle altre zone a nord. I più giovani sono iscritti alle superiori e le famiglie sono ben integrate in città, i più grandi fanno lavori saltuari. Come simbolo il gruppo, ritenuto dalla polizia responsabile di due violente aggressioni avvenute lo scorso anno a Bologna, aveva scelto un fucile d’assalto: AK-47.

C’è chi si è tatuato la sagoma dell’arma sull’avambraccio, alcuni tra i maggiorenni che probabilmente avevano un ruolo più strutturato, mentre la sigla compare anche in un video su TikTok: le immagini di alcuni ragazzi esultanti in auto sono accompagnate da musica e dalle scritte ‘AK-47 gang’ e ‘Italy Bologna’.

E’ stato questo video, insieme a fotografie su Instagram e Facebook e scambi in chat passati al setaccio dalla Polizia postale, a consentire agli investigatori di denunciare 11 giovani, tra cui 5 minorenni, per lesioni aggravate, rapina, possesso ingiustificato di armi.

Comunicando con lo smartphone e usando i social, si tenevano in contatto e probabilmente, aspetto ancora al vaglio degli agenti coordinati dalla Procura ordinaria e da quella per i minorenni, avrebbero organizzato almeno una aggressione, in un parco in periferia, ai danni di tre connazionali.

In dicembre, tramite Facebook, il gruppo ha contattato un 20enne: scrivendo da due diversi profili, come accertato dalla polizia, gli ha intimato di lasciare una ragazza, sua connazionale, che stava frequentando. Il giovane e due amici si sono presentati al parco in zona Corticella, considerato uno dei luoghi di azione della banda, dove sono stati stati accerchiati da una quindicina di coetanei e aggrediti con tirapugni, coltelli e catene.

Il 20enne, che ha subito anche una rapina, e un altro giovane hanno riportato ferite guaribili in 15 giorni. Il terzo amico è scappato in un bar. La testimonianza del ragazzo contattato via social, inserita nell’inchiesta condotta dai pm Flavio Lazzarini ed Emiliano Arcelli, è stata fondamentale per unire gli elementi raccolti, qualche mese prima, dalle pattuglie del Commissariato Due Torri-San Francesco.

In agosto in via Indipendenza, un 19enne di nazionalità romena era stato accoltellato alla schiena, 30 giorni di prognosi. In quella circostanza, la polizia aveva denunciato i presunti responsabili, due maggiorenni di origine pakistana, e aveva identificato altri 10 giovani presenti sul luogo dell’aggressione, per la quale rimane da chiarire il movente. Durante le perquisizioni domiciliari, le pattuglie hanno rinvenuto una pistola giocattolo, un coltello, un tirapugni.

(di Sara Ferrari/ANSA)

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